Istat: il Pil dell'Italia resta fermo al 2011
Così l'Istituto di Statistica gela sulla ripresa. Rivisti i numeri in base ai nuovi parametri: il IV trimestre 2013 si chiude a -0,1%, previsto un -0,3% nel 2014
L’Italia è ferma. E lo è, sostanzialmente, dal secondo trimestre del 2011. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni, ricalcolate in base ai nuovi conti nazionali (Sec2010). Il Prodotto interno lordo infatti è negativo nel IV trimestre del 2013 (ora a -0,1%, +0,1% la stima precedente). Peggiora an- che nel 2014: -0,3% (-0,2% ad agosto).
Stando ai numeri dell’Istat, inoltre, nel secondo trimestre del 2014 il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,3% nei confronti del secondo trimestre del 2013. Questa stima è coerente con le nuove stime annuali, espresse in Sec 2010, diffuse lo scorso 3 ottobre. Il secondo trimestre del 2014 ha avuto una giornata lavorativa in meno sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto al secondo trimestre del 2013. La variazione acquisita per il 2014 è pari a -0,3% Nel 2013, invece, il Pil corretto per gli effetti di calendario è diminuito dell’1,9% (il numero di giornate lavorative rispetto al 2012 è invariato).
Rispetto al trimestre precedente, i consumi finali nazionali sono cresciuti dello 0,1% mentre gli investimenti fissi lordi hanno registrato una flessione dello 0,9%. Le importazioni sono aumentate dello 0,8% e le esportazioni dell’1,1%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha fornito un contributo nullo alla crescita del Pil (in particolare, +0,1 punti percentuali i consumi delle famiglie e delle ISP, -0,2 gli investimenti fissi lordi). La variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil (-0,3 punti percentuali), mentre l'apporto della domanda estera netta è stato positivo per 0,1 punti percentuali. |