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«Manovra? Rilievi Ue sempre fatti: no minacce»

Così il presidente del Consiglio Renzi in Aula prima del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre. «Basta subalternità culturale. Si tornerà a parlare di crescita»

 «L’Europa è la Cenerentola dello sviluppo
 mondiale, non è solo un problema dell’Ita-
 lia. Credo sia non rinviabile una discussio-
 ne su come uscire dai margini stretti del
 solo rigore e impostare una strategia che
 vede oggi i paesi Europei largamente de-
 ficitari». Così il presidente del Consiglio
 Matteo Renzi al Senato mercoledì mattina.

Il premier è intervenuto a Palazzo Madama per le comunicazioni sul Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre. «Nell’ultimo Consiglio Ue per la prima volta è tornata la parola crescita, dopo un dibattito acceso con gli olandesi e gli altri artefici del rigore. È non rinviabile una discussione su come l’Europa vuole provare a uscire dai margini stretti del rigore per impostare una strategia di crescita», ha detto poi il premier. Al termine delle comunicazioni Renzi si è quindi recato al Quirinale per un incontro - già programmato - con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Nel suo intervento, Renzi ha sottolineato il desiderio di «stimolare la comunità italiana, l’opinione pubblica, gli editorialisti, a fare un salto di qualità nella discussione. Lo dico con franchezza. Quando un sottocommissario Ue o un portavoce dice mezza parola vengono fuori i titoloni come “L’Europa minaccia l’Italia”. Così viviamo una subalternità culturale». Il premier ha quindi ribadito che dall’Europa sono in arrivo «rilievi sempre fatti» rispetto alla legge di Stabilità. Rilievi che Renzi ritiene «naturali», come è «naturale che l’Italia sia protagonista con la propria voce» senza «diktat esterni».

Martedì era scoppiata la bufera per un provvedimento contenuto nel testo della Legge di Stabilità: si vuole posticipare, infatti, il pagamento delle pensioni al 10 del mese. Un provvedimento che scatena una bufera. All’attacco sindacati e associazioni dei consumatori. «La norma contenuta nella legge di stabilità che ritarda il pagamento della pensione al 10 del mese è un vero e proprio accanimento nei confronti degli anziani. Il governo non ha previsto per loro alcun tipo di aiuto e di sostegno ma ha pensato a come complicargli ulteriormente la vita. E' semplicemente inaccettabile. Ci domandiamo che cosa abbiano fatto di male gli anziani e i pensionati per essere trattati così», hanno dichiarato in una nota congiunta i Segretari generali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil.

Secondo il Codacons, poi, questo slittamento è deleterio perché sulla data di pagamento all’1 del mese si basano numerose scadenze in capo ai pensionati, come rate di affitti, mutui, debiti, finanziamenti, oppure abbonamenti e altre scadenze. «Ma anche in assenza di tali impegni finanziari, il posticipo dei pagamenti - considerato soprattutto che in Italia vi sono 2,1 milioni di pensionati che ricevono un assegno di importo al di sotto dei 500 euro, cifra inferiore alla soglia di povertà relativa fissata dall' Istat - creerà un gap che oltre a produrre evidenti disagi potrebbe mettere in seria crisi la liquidità di migliaia di anziani, con conti bancari in rosso e pagamenti di commissioni in favore delle banche», spiega l'associazione.

«E' arrivato il testo al Quirinale in attesa di bollinatura da parte della Ragioneria Generale dello Stato, adesso oggetto di un attento esame essendo per sua natura un provvedimento molto complesso», si leggeva in una nota della Presidenza della Repubblica. I presidenti delle Regioni incontreranno il governo giovedì mattina alle ore 8 a Palazzo Chigi. Al centro dell’incontro i tagli previsti dalla Legge di Stabilità.

22-10-2014


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