Ferguson, Obama: «Nessuna scusa per violenze»
Severo monito del capo della Casa Bianca: «Dare fuoco ad edifici, bruciare auto, distruggere proprietà sono atti distruttivi e non ci sono scuse per questo»
Non ci sono prove sufficienti. È questa la motivazione con cui il Gran giurì Usa non rinvia a giudizio Darren Wilson, il poliziot- to che il 9 agosto scorso sparò e uccise il diciottenne nero Mike Brown a Ferguson, nel Missouri, non ci sono prove sufficienti per rinvio a giudizio. Decisione che scate- na disordini in molte città. Ira di Obama.
«Dare fuoco ad edifici, bruciare auto, distruggere proprietà sono atti distruttivi e non ci sono scuse per questo - così il capo della Casa Bianca dopo due notti di scontri e disordini -. Il problema non è solo un problema di Ferguson, è un problema dell'America. E se una parte della comunità americana non si sente benvenuta o trattata equamente - ha detto ancora il Presidente - la cosa mette tutti a rischio». «Lavorerò con tutti coloro che vogliono fare un passo avanti rispetto a ciò che accaduto a Ferguson, in modo costruttivo. Non ho simpatia per chi crede che i fatti di Ferguson siano una scusa per esercitare la violenza» è l'accusa dell'inquilino della Casa Bianca.
Contro le violenze anche il procuratore generale degli Stati Uniti, Eric Holder, il quale si dice «sconvolto» dall’ondata di rabbia che ha scosso il Paese: «La violenza cancella chi stava manifestando legalmente. Nulla sarà condonato». Poi ha precisato di aver istruito il suo staff perché lavori con i leader delle proteste pacifiche, mirando così ad isolare i violenti e riottosi.
«È stata fatta un'indagine completa», aveva detto il pubblico ministero incaricato del caso. «Il nostro Paese è basato sullo Stato di diritto e dobbiamo accettare il fatto che questa è stata una decisione del Gran giurì», è stato invece il commento a caldo di Obama, intervenuto a sorpresa in diretta tv, esortando ancora una volta i manifestanti a protestare pacificamente e invitando la polizia a «mostrare moderazione». «Non ci sono scuse per la violenza. I progressi non si fanno lanciando bottiglie». Obama però ricordava che quella di Ferguson è «una questione che riguarda tutta l’America, una questione reale. C’è una profonda sfiducia tra la polizia e la comunità afroamericana. E questa è l’eredità di una lunga storia di discriminazione nel nostro Paese». |