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Renzi: «Per il Quirinale ampia maggioranza»

Così il premier sul rebus del dopo Napolitano. «C’è l’Italia delle schifezze, ma non si rinuncia ai grandi eventi. Il 24 dicembre i decreti attuativi del Jobs Act»

 Dal Quirinale con la successione a Napoli-
 tano, agli impegni con la «Ue che saranno
 mantenuti», dal Jobs Act a Mafia Capitale,
 dai magistrati ai Giochi Olimpici per cui ci
 candideremo, Intervento a tutto campo
 del presidente del Consiglio, Matteo Ren-
 zi, ospite di Fabio Fazio domenica sera a
 «Che tempo che fa».

«Io non ho mai pensato che fosse facile governare. Ma se ci sono i ladri che rubano, la risposta non deve essere la resa: di fronte a chi ruba ai più deboli - come è successo a Roma - non possiamo reagire dicendo: è sempre stato così. Alla corruzione si risponde con nuove leggi. C’è un’Italia più bella, che non si rassegna - ha detto Renzi -. Non ho mai pensato che i corrotti smettessero di rubare, ma ora pagheranno». «L’Italia ha un evidente problema di reputazione: noi invece dobbiamo dimostrare che sappiamo fare le cose».

E ancora: «Non stiamo pensando alle riforme, stiamo tornando ad occuparci di scuole. E in questo penso a un ruolo più attivo della Rai, penso a programmi stupendi come quello di Benigni. La Rai non deve essere a disposizione dei partiti ma dei cittadini». Quindi allarga il campo: «Il Patto del Nazareno riguardava le riforme e la legge elettorale. Non è il patto del mago Otelma». Però «certamente si cercherà sul Quirinale l’accordo con Berlusconi, che già ha votato Ciampi e Napolitano». Perché per l’elezione del Presidente della Repubblica «serve la maggioranza più ampia possibile» senza escludere Fi, M5S, Sel, ma nessuno «ha il diritto di veto, neppure il Pd». E ricorda che senza Giorgio Napolitano «l’Italia sarebbe peggiore». Renzi auspica che al Quirinale vada una persona «saggia e di grande equilibrio».

Dal premier una stoccata anche ai magistrati: «Scrivano le sentenze, non comunicati stampa. In Italia non sono tutti ladri. Se uno ha rubato, deve pagare e, se è dirigente pubblico, non deve più avere a che fare con la cosa pubblica».

Guardando all’Europa, il presidente del Consiglio sottolinea: «Nel 2015 vanno tolti gli investimenti dal computo del 3% per il rapporto deficit-pil». E «nel 2015 cercheremo di mantenere tutti i nostri impegni Ue e lavoreremo perché gli investimenti siano sbloccati dal patto di stabilità, anche levando dal computo i fondi europei».

E il Jobs Act? «Ci credo molto, sarà più facile avere un contratto a tempo indeterminato. E sarà maggiore l’aiuto dello Stato in caso di licenziamento. Queste nuove norme tolgono alibi alle imprese. Il Cdm del 24 dicembre approverà i decreti attuativi». Le riforme costituzionali e la nuova legge elettorale saranno approvate entro il 31 gennaio 2015. «Non so se il 2015 sarà un anno in discesa, so però che abbiamo la gamba, l’energia e la grinta per reggere anche la salita, siamo più forti di quelli che di professione fanno i mugugnatori. Auguri di Buon Natale a tutti».

22-12-2014


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