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Delrio: Lupi valuta dimissioni. Sel-M5S: lasci

Nessuna presa di posizione ufficiale contro il ministro ma si parla di un premier che vuole «chiarezza». Le opposizioni: «Si dimetta». La Lega altrettanto per Alfano

La questione Lupi scuote il governo. Il nome del ministro, anche in relazione al figlio, è finito nelle carte del nuovo scandalo tra appalti e tangenti che scuote la politica, con l’indagine sul superburocrate Ercole Incalza. Nessuna presa di posizione ufficiale del governo contro il ministro delle Infrastrutture, ma i resoconti di stampa all’indomani degli arresti parlano di un Matteo Renzi irritato che vuole «chiarezza».

La giornata ha visto Grillo, poi Nichi Vendola, infine anche il presidente del Pd Matteo Orfini contro il ministro. Intanto l’assemblea dei capigruppo al Senato ha deciso all’unanimità che Lupi dovrà riferire in Aula a Palazzo Madama. «Si tratta ancora di contattare il ministro per vedere la disponibilità, il prima possibile verrà ad informarci», è la risposta del presidente del Senato Pietro Grasso. Nel tardo pomeriggio, poi, interviene il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, che a Montecitorio durante la presentazione del suo libro "Cambiando l’Italia" ha detto: «Lupi non è indagato, dunque ristabiliamo i criteri. I fatti non sono tutti a nostra conoscenza, non ho gli elementi per dire si deve dimettere o no. Non c’è nessun obbligo da parte del ministro» di dimettersi, prosegue Delrio. «È chiaro che c’è una valutazione politica che si sta facendo e che si farà in queste ore. C’è la decisione che spetta a un singolo e anche Lupi sta facendo le sue valutazioni».

Pare che il presidente del Consiglio non abbia nemmeno telefonato a Lupi per avere una versione diretta di quanto sta accadendo. Resta il fatto che secondo Renzi, sempre secondo i beninformati, avrebbe ammesso che esiste «un problema» che va affrontato. Un caso che scoppia proprio nel giorno in cui l’Esecutivo porta in Senato l’emendamento al ddl anticorruzione. Cosa che non sfugge ai più.
Lunedì sera, ospite di Otte e mezzo da Lilli Gruber, Delrio si era lasciato sfuggire: «Prematuro parlare di dimissioni». «Lupi ha già fornito delle spiegazioni sul figlio, siamo a inizio inchiesta ed è prematuro trarre elementi di colpevolezza per il ministro e il governo. La responsabilità penale delle persone è individuale. Non c’è un sistema Ncd che proteggeva Incalza. Se saranno accertati i fatti, sono gravissimi, dobbiamo andare fino in fondo, nessun tentennamento, ma si fa fatica a parlare di responsabilità politiche senza nessun politico indagato».

Intanto , come detto, si muovono le opposizioni. Beppe Grillo scrive nel suo blog, con un post dal titolo "Al Lupi! Al Lupi!" scrive: «Il governo è uno zoo. Se fuori ci sono i gufi e per tacitare in aula l’opposizione del M5S si usano i canguri, talvolta in formato maxi, non vanno trascurati Lupi, il figlio/a di Fantozzi e la giovane marmotta Renzie che piuttosto che fare un decreto legge contro la corruzione sacrificherebbe la sua mano come Muzio Scevola. Combattere la corruzione non è nelle sue corde. Preferisce dedicarsi alle “riforme” per disintegrare Costituzione e Parlamento. Quanto ci costa la corruzione? La stima supera tranquillamente i 100 miliardi di euro. E questi chiedono sacrifici agli italiani che attraverso le tasse e i costi maggiorati dei servizi pubblici la pagano?». «La risposta all’interrogazione M5S a Lupi di luglio su Incalza è emblematica - aggiunge Grillo - è stata scritta dal suo avvocato! Non un ministro, ma un difensore d’ufficio. Lupi deve dare spiegazioni, dimettersi e restituirci fino all’ultimo centesimo tutti i quattrini che si è beccato come ministro delle Infrastrutture. Li metteremo nel fondo per il microcredito alle aziende dove vengono versati gli stipendi tagliati dei portavoce M5S in Parlamento».

Nichi Vendola, leader di Sel, incontrando i giornalisti a Bari ha parlato di «disvelamento di una corruzione che abita nel cuore dello Stato. Credo che bisognerà evitare questa volta di abbandonarsi a proclami moralistici». Per il presidente della Regione Puglia «c’è l’urgenza e la necessità di radiografare la vita e la resistenza di questo sistema corruttivo che riguarda soprattutto le grandi opere, il cui modello in genere è un modello di tipo emergenziale che procede con lo stile della deroga. Dalle cose che si leggono, lo dico con tutta la cautela, perché poi le posizioni individuali devono essere vagliate dai giudici nei luoghi opportuni si ha come l’impressione che il trasversalismo della politica in qualche maniera alimenti il mercato della corruzione». Il capogruppo di Sel Arturo Scotto propone una mozione di sfiducia comune per il ministro Lupi, rivolgendosi quindi «a tutte le opposizione, ad aree del Pd e anche ad altre aree» del Parlamento. «Sarebbe un atto di forza e un segno di interesse reale» per la «scioccante» vicenda dell’inchiesta «Sistema» sottolinea Scotto.

Mozione di sfiducia anche per il ministro Angelino Alfano. A presentarla la Lega Nord. «Chiederemo le firme a tutte le opposizioni. Per noi deve cadere il governo», dice il capogruppo del Carroccio alla Camera, Massimiliano Fedriga. «Io non condanno nessuno, però mi aspetto che il Ministro dell'Interno o il Presidente del Consiglio vengano in Parlamento a spiegare agli italiani se è tutto falso o se c'è qualcosa di vero. E se c'è qualcosa di vero non possiamo avere un Ministro dell'Interno e un Ministro delle Infrastrutture che lavorano con delle ombre del genere», ha detto il Segretario della Lega Nord Matteo Salvini, ad Agorà (Rai3). I

Infine, il Partito democratico, con il presidente Matteo Orfini, ammette: «Ci sono cose che destano inquietudine e preoccupazione».

17-03-2015

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