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Lupi: «Sono tranquillo, governo mi appoggia»

Così il ministro in Parlamento. A Milano: «Mai fatto pressioni per mio figlio». In precedenza era stato il collega Alfano a difenderlo: «È onesto e non si dimette»

«Non ho mai fatto pressioni per far assumere mio figlio». Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, dopo due giorni in cui è rimasto saldamente nell’occhio del ciclone del nuovo affaire che coinvolge politica e tangenti (in cui non è indagato), rompe il silenzio per la prima volta e prova a difendersi. Alfano intanto smentisce Delrio: «Non si dimette».

«Ribadisco che non ho mai fatto pressioni per far assumere mio figlio - ha detto il ministro in mattinata -. Lui non aveva necessità di sponsorizzazioni, si era già laureato con 110 e lode. E se mi fosse stato dato un orologio non lo avrei mai accettato, non mi serve». Lupi ha risposto ai cronisti che lo attendevano alla Fiera di Milano per la rassegna d’architettura edilizia "Made Expo". E per poter dare tutte le risposte dovute, il ministro dei Trasporti sottolinea: «Voglio andare in Parlamento e riferire sulle mie scelte». Appuntamento quindi in Parlamento, nel pomeriggio, ma Lupi non rinuncia a sottolineare: «Non ho mai fatto pressioni e non ho fatto nessun gesto sbagliato o irresponsabile. Se fosse dimostrato il contrario ne prenderò atto».

In mattinata, come accennato, era partito il soccorso dai colleghi di partito dell’Ncd. «Maurizio Lupi non ha pensato alle dimissioni ma noi e lui riteniamo corretto non perdere tempo e accelerare i tempi della sua informativa in Parlamento. Lupi è prontissimo ad affrontarla» ha detto il ministro dell’Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano, risponde ai giornalisti in Senato che gli chiedono della posizione di Lupi in relazione all’inchiesta fiorentina sulle grandi opere. Ncd, ha sottolineato Alfano, sostiene il ministro e gli «pone piena fiducia: crediamo in lui». Il punto di partenza, ha spiegato il responsabile del Viminale, «è che Lupi è una persona perbene, onesta e l’altro punto di partenza è che nessuno ha ritenuto di indagarlo. È per questo che non esiste una questione giudiziaria ma una questione politica e il luogo dove può essere affrontata è il Parlamento. Sono convinto che sia giusto accelerare i tempi dell’informativa del ministro, che è prontissimo ad affrontare il Parlamento» e spiegare il tutto.

Più tardi, in Parlamento, rispondendo a diverse interrogazioni parlamentari sulla vicenda, Lupi ha detto che la sua azione al ministero è stata sempre segnata da trasparenza e correttezza. Alla domanda se avesse intensione di dimettersi, Lupi non ha risposto, suscitando così la replica di Serena Pellegrino (Sel): «Non ha risposto alla domanda, vuol dire che risponderà alla nostra missione di sfiducia qui, in aula». «Ora a maggior ragione chiediamo che non solo sia calendarizzata al più presto ma che sia votata da tutti la mozione di sfiducia contro il ministro Maurizio Lupi. È indecente che non faccia un passo indietro, in altri Paesi ci si dimette per una tesi di laurea»: così la deputata M5S Giulia Sarti, dopo avere ascoltato Lupi in Aula alla Camera. Sempre in Aula è esplosa la protesta dei Cinque Stelle: i deputati M5S hanno cominciato a urlare «dimissioni, dimissioni» e qualcuno di loro, tra cui Carlo Sibilia hanno mostrato un orologio facendo riferimento implicito al Rolex del valore di oltre diecimila euro regalato al figlio di Lupi, Luca, per la sua laurea in Ingegneria, fatto dall’imprenditore edile Stefano Perotti, arrestato. Per questo motivo, Carlo Sibilia e Giulia Sarti sono stati invitati dal presidente di turno Roberto Giachetti a lasciare l’emiciclo.

18-03-2015

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