Lupi annuncia in tv: «Domani mi dimetto»
In mattinata il ministro delle Infrastrutture ha incontrato il premier Renzi e il leader di Ncd Alfano. Per venerdì resta in programma l'informativa alla Camera sulle Grandi Opere
«Domani (venerdì, ndr) rassegno le dimissioni». Così lo stesso (ormai ex) ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, coinvolto (ma non indagato) nell’inchiesta delle tangenti per le Grandi Opere, annuncia il passo indietro nel corso della registrazione di una puntata di Porta a Porta. «Quando ti vedi tirato in ballo, non so per che cosa, la decisione migliore è questa».
Le dimissioni di Lupi erano nell'aria. In giornata era aumenta infatti il pressing da parte del Partito democratico, che chiedeva un passo indietro. Il più esplicito è stato Gianni Cuperlo: «Io penso che sarebbe un fatto positivo se il Ministro, venendo in Parlamento come ha detto e chiarendo tutti questi aspetti, prendesse atto che la mappa degli eventi che lo coinvolgono è tale che... ». Cuperlo ha anche parlato del voto di sfiducia che avrebbe dovuto affrontare Lupi a seguito della mozione di Sel e 5 Stelle, dicendo che bisognava avere senso di responsabilità nell’appartenere «a un partito, e prenderemo una posizione congiunta, mi auguro condivisa. Ritengo che la situazione sia abbastanza insostenibile». In mattinata il ministro delle Infrastrutture aveva incontrato il premier Renzi e il leader di Ncd Alfano, quindi aveva trascorso la restante parte della mattinata al ministero, dove aveva tenuto i contatti con Ncd e per il tramite del suo partito con gli altri gruppi di maggioranza.
Per venerdì resta confermata l’informativa alla Camera sull’inchiesta Grandi opere nel quale, adesso è chiaro, il ministro rassegnerà il suo addio, quindi salirà al Colle dal presidente Mattarella. Lupi ha voluto poi precisare: «Non ho visto Renzi garantista perché io non sono indagato, dunque non c’è da essere garantista. Mi ha detto: “Io non ti ho mai chiesto né chiederò le tue dimissioni perché non posso chiederle, dico che è una tua decisione”. Lo ripeto: né il segretario del Pd, né il presidente del Consiglio mi hanno chiesto le dimissioni». Lupi prova anche a contrattaccare: «Quando ti vedi tirato in ballo, pur avendo valutato i magistrati che non ho alcuna responsabilità, vedi tirato in ballo tuo figlio, gli amici... Ma perché tirare in ballo la mia famiglia? Quello che si dice su mio figlio è vergognoso: attaccate me, ma lasciate stare mio figlio». E ancora: «Mio figlio è andato in America, mandato dal Politecnico di Milano, a fare sei mesi di stage e lavora presso un’azienda. La cosa migliore è che io mi assuma tutte le mie responsabilità ma salvaguardi la mia famiglia». |