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Isis, online il manuale per colpire Roma

Sale l’allerta dopo l’attacco a Tunisi. Le cellule dormienti si organizzano per seminare il terrore anche nella Capitale. Il Viminale: aumenta il rischio emulazione

Dopo l’attacco a Tunisi al Museo Bardo, costato la vita ad una ventina di persone (quattro le vittime italiane), fonti di Intelligence parlano di un nuovo e-book diffuso su internet da qualche lupo solitario che consiglia come mettere “a ferro e fuoco” Roma. L'autore del testo avrebbe «studiato la jihad globale per 10 anni, ha conoscenza dei diversi tipi di gruppi della jihad nel mondo, le loro sconfitte e i successi». Intanto il Viminale aumenta le misure di protezione.

«L’avvento della guerra per la conquista di Roma consisterà principalmente di guerriglia urbana nelle città e nelle strade europee». Il manuale quindi prevede che dopo l’addestramento con le normali armi la guida suggerisce di imparare ad usare anche armi definite «rudimentali perché sono facili da utilizzare e perché in molti casi non sono illegali. Questo tipo di armi sono considerate potenzialmente letali, e sono buone anche per l'autodifesa. Non devono mancare archi e frecce fatti in casa, balestre, fionde, molotov, fucili ad aria (che sono facilmente rintracciabili nei negozi che vendono articoli per cacciatori), pistole a pellet con punte di metallo».

Tra le immagini che accompagnano i proclama, c’è anche la foto di una pistola balestra usata per la caccia che si consiglia di usare per gli attacchi silenziosi. I primi tre esempi di armi presenti nella lista, poi, possono essere fatte in casa, suggerisce il manuale, indicando quindi i browser sui quali è possibile comprar il necessario e “consigli utili” nel caso si venisse trovati in possesso delle stesse.

Come detto, intanto, il ministero degli Interni aumenta il livello di protezione nel timore del rischio emulazione. Proprio l’azione emulativa è il timore di una circolare del Dipartimento di Pubblica sicurezza nella quale si invitano gli organismi di sicurezza a sensibilizzare ulteriormente le misure di vigilanza a sedi diplomatiche tunisine e ai siti sensibili, in particolare ambasciate e consolati.

21-03-2015

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