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D'Alema: «Serve che legge tuteli i non indagati»

A Bari, l’ex premier reagisce alle domande sulla vendita alla cooperativa Concordia: «Gli acquisti sono avvenuti nel corso di due anni non in una convention del Pd»

Giornata non facile per Massimo D’Alema, ospite a Bari nelle vesti di relatore in due incontri culturali in programma nel capoluogo pugliese. Scontro infatti con un cronista che insiste sulla opportunità di mischiare una convention del Pd alla vendita di vini da lui prodotti alla cooperativa Concordia, implicata nelle presunte tangenti a Ischia: «Io la querelo - ha detto all’inviato della trasmissione Virus di RaiDue  - non sarebbe il primo oggi».

«Gli acquisti del vino sono avvenuti nel corso di due anni non in una convention del Pd, sono stati regolarmente fatturati e sono avvenuti in prossimità delle festività, evidentemente per fare regali come fanno molte imprese», ha chiarito quindi l’ex premier. E ancora: «I vini sono stati fatturati con un trattamento di favore - ha aggiunto - fatture a 4 mesi. Non sono state vendute in una convention del Pd».

Al Corriere della Sera, D'Alema aveva detto: «Non c'era alcuna necessità di utilizzare intercettazioni fra terze persone, senza valore probatorio, dove si parla di me de relato. Allora mi viene il sospetto che ci sia un motivo, per così dire, extra-processuale. Dubito che la notizia dell'arresto del sindaco di Ischia e qualche suo presunto complice sarebbe finita sulle prime pagine dei giornali, se nell'ordinanza non fossero stati citati D'Alema, Tremonti, Lotti o qualche altro personaggio di richiamo. Ma se questa fosse la logica che ha ispirato i magistrati, ci sarebbe da preoccuparsi. Non per me, ma per il funzionamento della giustizia. Anche perché negli ultimi tempi si sono susseguite diverse assoluzioni che hanno sconfessato le indagini, soprattutto nei confronti di amministratori locali addirittura arrestati». «Serve un intervento legislativo per tutelare l'onorabilità delle persone non indagate, per proteggerle da campagne diffamatorie come questa che mi vede protagonista, me e la mia famiglia. E' falso che ho ricevuto bonifici per 87mila euro, per questo a partire da oggi abbiamo cominciato a muovere la carta bollata e a intraprendere azioni legali contro quanti hanno avviato questa campagna scandalistica priva di qualsiasi fondamento».

01-04-2015

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