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Festa della Repubblica. Riflessione tragicomica spiazzante e attuale

Un gioco al passo con i tempi coadiuva la realtà di oggi a dimostrazione dell’impoverimento delle personalità. A discapito della fama tanto desiderata senza la quale non si vive, in ogni campo. Furbizia e superficialità vincono, annientando cultura e giusta informazione

Dal 31 marzo al 4 aprile al Teatro Trastevere di Roma. Festa della Repubblica, una produzione Planet Arts Collettivo Teatrale, nasce da un corto teatrale presentato all’interno della rassegna del Premio Millelire, un corto per il Teatro edizione 2015. Protagonisti Giancarlo Nicoletti e Valentina Perrella, che viene ricordata per la menzione di Miglior Attrice. Da un’idea di Giancarlo Nicoletti, che ne segue regia e drammaturgia, lo spettacolo vede in scena un cast ben scelto e ben composto nella versione lunga di quasi due ore. Stefania Fratepietro, Valentina Perrella, Luca Di Capua, Matteo Montalto, Pierpaolo Saraceno, Alessandro Giova, Cristina Todaro, Silvia Carta, Andrea Venditti, Alessandro Solombrino e lo stesso Nicoletti riescono a incastrarsi nei diversi ruoli rendendo l’idea del trambusto sia politico che sociale proprio dell'Italia dei nostri tempi. Un lavoro corale a cui partecipano le idee di Marko Carbone alla grafica e ai video,  Valentina Migliore come assistente alla regia e le scene curate da Giovanna Sottile. Aiuto regia Sofia Grottoli e Matteo Volpotti.

Convenzioni dalle quali non ci si sottrae per raggiungere la fama anelata, ricatti, trattativa Stato-Mafia, la non libertà di espressione, il tacere le proprie idee, il controllo sull’informazione tanto da far risentire il taglio giornalistico di chi scrive. I talent show troppo seguiti, superficialità e furbizia superano di gran lunga la cultura per ottenere ciò che si vuole. Due giornalisti, uno studente universitario, un onorevole, un’aspirante show girl, un cantante in erba, un ricercatore, il nipote del Presidente della Repubblica, gente che vuole apparire in TV facendo leva sui drammi personali, tutto questa sul palco del Trastevere rappresenta un mondo che si vive e nel quale siamo incastrati e incatenati. Non sappiamo come uscirne tra selfie e subdole manovre.
Se si entra a teatro pensando di assistere ad una storia lineare e di immediata la comprensione, si sbaglia. La storia è intrecciata, intrecciata nei ruoli e nei tempi che rendono alternativa la regia di Nicoletti. Forse bisognerebbe assottigliare di poco la storia, rendendola fluida per esaltarne il giusto significato perché rischia di perdersi tra le tante ridondanze degli argomenti affrontati e poter offrire alla platea un grado di concentrazione più elevato.
Interessanti i cambi scena. I quadri si intrecciano e interloquiscono tra loro anche quando, contemporaneamente, sul palco vengono presentate due scene nel medesimo tempo lavorando l’alternanza della recitazione che  non cede a intoppi  grazie a tutti gli attori che gestiscono il filo conduttore mantenendo alta la performance.

Annalisa Civitelli

08-04-2015


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