Atene: non paghiamo Fmi a giugno. Borse giù

A dirlo, domenica, il ministro degli Interni Voutsis: «Le quattro rate previste ammontano a 1,6 miliardi di euro. Questo denaro non sarà versato, perché non c’è più»

«Le quattro rate per il Fondo Monetario Internazionale a giugno ammontano a 1,6 miliardi di euro. Questo denaro non sarà versato, perché non c’è». È questo l’ultimo scossone  che investe l’Europa e soprattutto i rapporti con la Grecia. La dichiarazione, ripresa da tutti i media nella giornata di domenica, è del ministro dell’Interno Nikos Voutsis, intervenuto su “Tv Mega”.

Allo stesso tempo, però, l’uscita della Grecia dalla moneta unica «sarebbe l'inizio della fine per il progetto dell'euro». Questo il commento del ministro delle Finanze greco, Yannis Varoufakis in un’intervista alla Bbc. «Se ci si trova in un’unione monetaria uscirne è catastrofico». Per Varoufakis «una volta che si mette nella testa degli investitori che l'euro non è indivisibile è solo una questione di tempo prima che tutto inizi a disfarsi». Ma non solo: «La Grecia ha fatto enormi passi avanti raggiungendo un accordo. Spetta ora alle istituzioni fare la loro parte. Noi li abbiamo “incontrati” a tre quarti del percorso. Ora devono venirci incontro loro nell'ultimo quarto del cammino».

Gli effetti si riverberano in Borsa lunedì mattina, nonostante gli scambi non siano elevati per le chiusure del Mermorial Day che coinvolgono le piazze di Londra e New York e Francoforte. A Piazza Affari ha dominato il segno meno per gran parte della mattinata, arrivando anche a sfiorare il -2%. Male anche la stessa Atene e Madrid, mentre Parigi contiene le perdite. La tendenza viene meglio espressa dai future sulla Borsa greca: i contratti sull’indice Ftse Ase datati 15 giugno segnano un calo del 2,47% nei primi scambi.