Marino: «Restituisco soldi ma vado avanti»
Contro il primo cittadino Sant'Egidio e il ristoratore della famigerata cena. Dopo gli esposti di Fratelli D'Italia e dal Movimento 5 Stelle la Procura apre fascicolo
Sulla base degli esposti annunciati e presentati da Fratelli d’Italia e dai Cinque Stelle, la procura di Roma ha aperto un’indagine sulle spese del sindaco Ignazio Marino. Si tratta di un atto dovuto e il fascicolo è per ora «atti relativi», cioè senza ipotesi di reato né indagati. Intanto arriva un'altra tegola: il primo cittadino è smentito da Sant'Egidio e dal ristoratore della famigerata cena del 26 dicembre.
Da Sant'Egidio arriva dunque un'altra doccia fredda per il sindaco, con la smentita ufficiale con tanto di comunicato stampa in cui si legge che nessuno dei loro responsabili ha mai partecipato alla «ormai “famosa” cena del 26 ottobre 2013 nel ristorante romano “Sapore di Mare”». «Di fronte all’insistenza su una notizia che non corrisponde al vero, la Comunità di Sant’Egidio ribadisce ciò che ha già abbondantemente chiarito nei giorni scorsi ad alcuni organi di stampa e TV». E cioè che a quella cena «non è stato invitato né ha partecipato alcun responsabile di Sant’Egidio. Si approfitta dell’occasione per precisare che anche nei due anni successivi, fino ad oggi, non sono mai stati offerti pranzi o cene, a spese del sindaco Marino, a responsabili della Comunità di Sant’Egidio». Ma nel documento del Campidoglio con il rendiconto delle spese del primo cittadino si legge esattamente il contrario: «Il sottoscritto, con riferimento al pagamento della somma di euro 150 effettuato in data 26/10/2013 in favore del ristorante "Sapore di mare" di Roma con la carta di credito in dotazione del sindaco, dichiara sotto la propria responsabilità che detto pagamento è relativo ad una cena offerta per motivi istituzionali ad alcuni rappresentanti della Comunità di Sant'Egidio».
Ma non basta. Mercoledì mattina sono diversi gli organi di stampa che riportano la versione del titolare del ristorante “Sapore di mare”, dopo l’incursione del Tg4. E quello che dice è inequivocabile: «è venuto qui a mangiare coi familiari. Punto e basta». Poi, a nuova domanda, ribadisce: «Sì, lui stava con la famiglia». Ma aggiunge: «Però, lo ripeto, io smentisco tutto eh». Circostanze che naturalmente vanno verificate visto che si parla di quasi due anni fa.
In serata la notizia che il sindaco pagherà di tasca sua tutte le spese sostenute con la carta di credito del Comune di Roma e rinuncerà anche alla carta di credito intestata al Comune. «In questi due anni ho speso con la carta di credito messa a mia disposizione dal Comune meno di 20.000 euro per rappresentanza, e li ho spesi nell'interesse della città. E' di questo che mi si accusa? Bene, ho deciso di regalarli tutti di tasca mia a Roma e di non avere più una carta di credito del Comune a mio nome - ha precisato il sindaco Marino dopo le polemiche sulle spese di rappresentanza fatte con al carta di credito del Campidoglio -. Di che cosa si preoccupano oggi i romani - scrive Marino in una nota - Dei rifiuti, dei trasporti pubblici o degli scontrini delle mie cene di lavoro? Ciascuno si dia la sua risposta e sono convinto che la stragrande maggioranza dei cittadini sia interessata ai problemi di Roma. Di questo mi sono occupato anche oggi. Ma non è mia abitudine eludere i problemi e sono stufo di tutte queste polemiche. In questi due anni ho speso con la carta di credito messa a mia disposizione dal Comune meno di 20.000 euro per rappresentanza, e li ho spesi nell'interesse della città».
Tornando al fascicolo aperto in Procura, nel mirino delle opposizioni capitoline sono finite alcune cene di rappresentanza pagate con la carta di credito del Comune, tra cui quella del 26 dicembre appunto: il primo cittadino ne rivendica la legittimità e minaccia querele, Fdi e M5S lo accusano di falso, peculato, abuso d’ufficio. «Non c’è nulla da commentare, si tratta di una non-notizia: aprire un fascicolo a seguito di una denuncia è semplicemente un atto dovuto. Il sindaco ha agito con correttezza e trasparenza». Così in una nota l’assessore alla Legalità e alla Trasparenza, Alfonso Sabella. La Procura ha quindi acquisito gli atti. I pm chiederanno a breve al Campidoglio tutta la documentazione relativa all'utilizzo della carta di credito assegnata al sindaco per il rimborso delle spese di rappresentanza. Il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il pm Roberto Felici, titolari del procedimento senza indagati e senza ipotesi di reato, vogliono capire quanto siano fondati gli esposti presentati dalle esposizioni. Al centro dell'indagine anche l'aumento del massimale, da 10 mila a 50 mila euro, del plafond della carta. |