Caso Wada, via il capo dell’antidoping russo
L’agenzia mondiale antidoping chiede alla Iaaf, la federazione internazionale, il bando degli atleti russi di partecipare alle gare più importanti a livello mondiale
«Doping di Stato». E' sulla base di questa acusa che lunedì la Wada (l'Agenzia mondiale antidoping) ha invitato la Iaaf a sospendere la Federazione di atletica della Russia dalle competizioni in seguito all'inchiesta su vari casi di doping che hanno coinvolto atleti del paese. E il giorno dopo vengono azzerati i vertici dell’antidoping russo.
La Wada martedì ha annunciato quindi di aver sospeso provvisoriamente e «con effetto immediato» il Laboratorio antidoping di Mosca dopo la scoperta di un laboratorio segreto parallelo, e più attrezzato, che neutralizzava i campioni biologici positivi. La decisione è stata presa all’indomani della pubblicazione di un Report della commissione d’inchiesta della stessa Wada, come accennato, che parla di doping di Stato in Russia e chiede la sospensione degli atleti di Mosca per due anni, Olimpiadi di Rio comprese.
Ma non è tutto: Grigory Rodchenkov, il direttore del laboratorio, si è dimesso, come ha annunciato il ministro dello sport Vitaly Mutko in una intervista alla Tass. Intanto il Comitato olimpico internazionale avverte la Iaaf (la Federazione atletica internazionale sotto accusa): «Vista la politica di tolleranza zero nei confronti del doping, il Cio prenderà tutte le misure e le sanzioni necessarie per quanto riguarda l’eventuale ritiro e riassegnazione delle medaglie, nonché l’esclusione dai futuri Giochi».
Il caso Russia ha scatenato le ire di anche Matteo Salvini. Il leader della Lega Nord ha infatti commentato su Facebook: «Continua la "guerra suicida" contro la Russia di Putin. Dopo le folli sanzioni economiche (che costano all'Italia almeno 2 miliardi di euro e migliaia di posti di lavoro persi) ora ci provano con le "sanzioni sportive"», rimarcando come, a suo avviso, si tratti di un atto di guerra: «Pazzesco, qualcuno vuole tornare ai tempi della guerra fredda. Il nemico della pace è l’Isis, non Putin!».
«Speriamo nella prudenza della commissione Iaaf», è stato il commento del presidente ad interim della Federatletica russa Vfla, Vadim Zelicionok, dopo le richieste della Wada. «Spero - ha aggiunto Zelicionok - che lo spirito degli atleti non sarà influenzato dal fatto che c’è un elemento di carattere premeditato» nel rapporto della Wada che ha anche chiesto la squalifica a vita di cinque atleti e cinque allenatori per doping e la revoca dell'accreditamento del laboratorio di Mosca come centro anti-doping. «E' peggio di quanto pensassimo, è spiacevole vedere la natura e l'estensione di quello che sta succedendo» avevano detto lunedì dalla Wada, confermando che per il 2016 la raccomandazione del'Agenzia è quella che la Federazione russa sia sospesa. «La nostra speranza è che lo faccia da sè in poco tempo in modo da adottare i rimedi necessari per permettere agli atleti russi di competere in un nuovo contesto. Se non lo fanno, potrebbero non esserci atleti russi a Rio. Mi auguro che capiscano che è il momento di cambiare e di fare questi cambiamenti. E penso serviranno diversi mesi». |