Così Michela Giuffrida, europarlamentare PD, membro della Commissione per lo Sviluppo Regionale, relatore per il gruppo SD della Risoluzione sulla Condizione di Insularità
«La Commissione europea riconosca le specificità territoriali delle Isole e ne tenga conto nella programmazione dei fondi strutturali. Sono autore della Risoluzione che il Parlamento ha approvato oggi a larga maggioranza perchè l'Ue possa varare politiche ad hoc per territori che devono poter trasformare i loro gap in risorse». Così Michela Giuffrida, europarlamentare PD, membro della Commissione per lo Sviluppo Regionale, relatore per il gruppo SD della Risoluzione sulla Condizione di Insularità.
«Le Isole sono tra i territori con le maggiori debolezze. Le caratteristiche strutturali e naturali rappresentano, al contempo, la loro straordinaria ricchezza e la loro più grande debolezza. Oggi - ha quindi aggiunto Giuffrida - ho chiesto alla Commissione di prendere atto delle carenze che impediscono e ostacolano la crescita e lo sviluppo economico in questi territori. Perché qui la realtà amara: la mobilità nelle isole è ridotta, il carburante costa di più, i produttori hanno maggiori difficoltà ad esportare, i turisti ad arrivare. Questi svantaggi possono diventare risorse e volano di sviluppo solo se c'è una forte determinazione e volontà politica anche da parte della Commissione europea. Intanto la Sicilia è però ostaggio delle compagnie aeree e di navigazione e le nostre merci hanno costi di produzione e commercializzazione insostenibili».
L'europarlamentare quindi sottolinea: «E' fondamentale che venga istituito, come ho chiesto, uno "sportello Isole" composto da esperti con il compito di coordinare e valutare le politiche per le regioni insulari e che elabori una "Strategia per le Isole" che preveda azioni concrete e obiettivi specifici. Il mare deve produrre crescita blu, le risorse naturali energie rinnovabili, i prodotti della terra agricoltura biologica. Chiedo all'Europa di sostenere le sue Isole perché diventino polo di attrazione per investimenti in settori determinanti per la crescita economica dell'intera Unione».
Più in generale, la Commissione europea viene esortata a prendere misure concrete per affrontare gli svantaggi permanenti che le isole europee devono affrontare e per sfruttare al massimo le loro potenzialità, in una risoluzione votata giovedì. Il testo sottolinea inoltre le difficoltà specifiche delle regioni insulari meridionali dovute all'aumento dei flussi migratori e chiede di prolungare iil regime fiscale speciale. La Commissione dunque viene esortata a istituire "un gruppo omogeneo costituito da tutti i territori insulari", sulla base dell' articolo 174 del Trattato UE che riconosce gli svantaggi permanenti delle regioni insulari; prendere in conto anche altri indicatori statistici oltre il PIL in modo da riflettere la vulnerabilità economica e sociale di queste regioni; lanciare un'analisi approfondita dei costi supplementari sostenuti dalle isole (ad esempio per il sistema dei trasporti, l'approvvigionamento energetico e l'accesso ai mercati); istituire un "quadro europeo strategico per le isole" che preveda una serie di strumenti che potrebbero avere un forte impatto territoriale, e; presentare una Comunicazione su una "Agenda per le isole europee" e, successivamente, un libro bianco per monitorare lo sviluppo delle isole.
Il Parlamento sottolinea che le isole dell'Unione sono anche regioni periferiche alle frontiere esterne dell'UE. Le aree meridionali e le numerose isole del Mediterraneo sono particolarmente esposte a un aumento dei flussi migratori. I deputati chiedono un approccio a livello UE "un approccio globale da parte dell'UE, che comprenda un sostegno dell'Unione e uno sforzo comune di tutti gli Stati membri", per aiutarli. I deputati hanno poi approvato una emendamento che evidenzia che "a talune isole europee sono stati accordati regimi fiscali speciali per controbilanciare i loro svantaggi naturali e demografici permanenti.