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Renzi: sulle unioni civili non decide la Cei

Affondo del cardinale Bagnasco: «Libertà di coscienza su temi fondamentali promossa con una votazione a scrutinio segreto». Pizzetti: decide Grasso, non la Cei

Sullo scontro aperto in Senato sul ddl Cirinnà per le Unioni civili, ecco che arriva anche un nuovo intervento da parte della Cei. E' infatti il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, a chiedere che il voto sia segreto nel rispetto della libertà di coscienza. Ma il governo non ci sta e il giorno dopo tocca al premier Renzi ribadire: se ne occupa il Parlamento.

Il voto segreto «lo decide il Parlamento, e lo dico con stima per il cardinal Bagnasco, e non la Cei». Cosìil capo del governo, a Radio Anch'io, replica al segretario della Cei. Renzi ha aggiunto che a lui «piacerebbe molto l'idea che un parlamentare risponda del voto che dà e lo spiega. Dopodichè il regolamento del Parlamento prevede il voto segreto e se ci saranno le condizioni Grasso e non la Cei deciderà». «Ho sempre ritenuto sacrosanto fare una legge sulle unioni civili. Era un impegno che avevo preso con gli italiani e con il Parlamento. Finalmente ci siamo, dopo anni di rinvii», ha detto ancora il premier. «Sulle unioni civili il Paese è nettamente schierato. Ma che paura possono fare due persone che si amano? Perché non dargli diritti?», ha deto ancora oggi Renzi. Quindi ribadisce: «Sull'utero in affitto io sono molto contrario. Si deve fare di più per mettere al bando questo principio non solo in Italia,  dove è già vietato, ma anche negli altri Paesi».

«Ci auguriamo che il dibattito in Parlamento e nelle varie sedi istituzionali sia ampiamente democratico, che tutti possano esprimersi, che le loro obiezioni possano essere considerate e che la libertà di coscienza su temi fondamentali per la vita della società e delle persone sia, non solo rispettata, ma anche promossa con una votazione a scrutinio segreto», è la dichiarazione di Bagnasco a margine della Messa per la giornata del Malato commentando l'iter del ddl Cirinnà. La pronta replica arriva dal sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Luciano Pizzetti (Pd): «Le esortazioni sono giuste e condivisibili, ma come regolare il dibattito del Senato lo decide il presidente del Senato. Non il presidente della Cei».

Intanto
il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda replicava all'ostruzionismo sollevato in Aula dai gruppi dell'opposizione e attaccava: «È talmente evidente che c'è un pezzo del Senato che non vuole il ddl sulle unioni civili e sta facendo tutto quello che può perché il non venga approvato. Il Pd, invece, vuole la legge. E dopo 9 mesi di ostruzionismo in Commissione abbiamo il dovere di regolare il dibattito. Il testo arriva in Aula senza relatore, senza, giustamente, il parere del governo, come facciamo a dare ordine ai lavori se vengono sollevate questioni che non hanno mai nulla a che fare con il merito della legge? Abbiamo avuto una lunghissima discussione generale, non sono stati posti termini per il voto finale e l'accordo valeva perché nessuno prevedeva tattiche ostruzionistiche. Invece si sta parlando solo di cavilli e non è questo il clima per cui tutti quanti ci siamo reciprocamente impegnati, evidentemente alcuni erano più sinceri degli altri».
12-02-2016


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