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La bellezza e il coraggio dell’artista-eroe
Nell’anniversario della nascita del Maestro Paolo Salvati si ripercorrono le tappe di una carriera importante, dal fascino avventuroso
L’artista come “eroe”, così il Maestro Paolo Salvati (febbraio 1939 – giugno 2014) descriveva chi, come lui, aveva dedicato la propria vita all’arte catturando, sulla tela, le immagini impalpabili dei sogni e delle sensazioni. Nell’anniversario della nascita ripercorrere le tappe di una carriera importante e financo “avventurosa”, è il modo migliore per celebrare la memoria di un artista a tutto tondo come Salvati è stato.
“Eroe”, dicevamo. Un’affermazione che racchiude in sé il senso profondo di un’esistenza votata al colore e alla bellezza poiché, come il Maestro dichiarò in un’intervista, nell’era moderna l’artista “compie uno straordinario atto di coraggio”, sacrificando tutto alla propria passione e proteggendo la sua opera che è sempre espressione del suo “messaggio più intimo”. Le opere di Salvati non sono facili da ricondurre ad stile o ad un genere poiché l’eclettismo che le contraddistingue le colloca in uno scenario più ampio che rievocano ispirazioni illustri (come le pennellate potenti di William Turner e Claude Monet), magnifiche suggestioni (il tratto di Vincent Van Gogh e di Toulouse Lautrec) unite al fascino senza tempo della poesia e della letteratura.
L’arte del Maestro è un’arte composita che spazia da quella figurativa al restauro, passando anche per le note sublimi della musica che echeggiano nella sua esperienza di liutaio e in quella di progettista di chitarre classiche da concerto. I materiali – olio su tela e tavola, acrilico, tempera e pastello – rappresentano per lui le “reti” attraverso le quali “catturare” il mondo, come nella serie di tele “Fronde Rosse” e “Alberi blu” o in quelle di “Sogni d’estate e d’alta montagna” e, ancora, la “Pietra Blu” e tante vedute marine e ritratti ad olio e pastello.
L’eredità lasciata da questo artista è davvero ponderosa. Pittore e miniaturista, ritrattista e disegnatore, Salvati è stato un personaggio di spicco in quel magnifico atelier a cielo aperto che è piazza Navona che, dal 1973 al 1993, lo ha visto tra i protagonisti più creativi ed originali di quello spazio storico e famoso in tutto il mondo. Con il suo cavalletto, sotto i campanili della bellissima Sant’Agnese in Agone, Paolo – già dalla mattina presto – si posizionava nella sua area “di libertà”, ritagliandosi il posto migliore per godere appieno della brulicante vita di quel luogo magico, contribuendo a renderlo tale con i suoi colori e con la sua inesauribile fantasia.
Gli importanti incontri con personalità della cultura e dell’arte hanno arricchito sempre più il bagaglio di esperienza del Maestro la cui vita, non certo facile ma sempre mossa da un’autentica passione, ha avuto dei tratti addirittura romanzeschi. Il suo estro si rintraccia anche in una serie numerata, chiamata “Unica”, di bellissime etichette per bottiglie di vino pregiato dove la bellezza del disegno e del colore si fondono con l’aroma di questo nettare rinomato per dar vita ad un unicum di arte e sapore. Riconosciuto Cittadino Illustre nel 2005, Salvati ha ricevuto anche il distintivo onorifico di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Ulteriori, anche se tardive, testimonianze di un talento fuori dal comune. La sua prematura scomparsa è stata quindi una vera perdita, non solo per i suoi affetti privati, ma per l’intero universo artistico. Le sue opere, ad imperitura memoria, resteranno patrimonio di tutti come Salvati ha sempre voluto poiché, per dirla con Van Gogh, “Ciò che desidero è che tutto sia circolare e che non ci sia, per così dire, né inizio, né fine nella forma ma essa dia, invece, l’idea di un insieme armonioso: quello della vita”. |
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E.S. |
12-02-2016
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