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Lodi, arresto del sindaco: scontro Pd-toghe

I togati: «Indebite interferenze». Renzi, intervenuto sulla questione dell'arresto di Uggetti per presunta turbativa d'asta sottolinea: «Complotto dei pm? Ma de che»

«Ovviamente fa male perché impedisce di far vedere cose positive dell'Italia ma serve chiarezza e tranquillità e rispetto al complotto dico: "ma de che". C'è un'indagine in corso, piena fiducia nei magistrati», ha detto il premier Matteo Renzi all'indomani delle manette al sindaco di Lodi, Simone Uggetti (Pd), arrestato dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Lodi per l'ipotesi di turbativa d'asta in relazione all'appalto per la gestione delle piscine comunali scoperte in via di aggiudicazione alla società Sporting Lodi.

«Io mi arrabbio perché il mio governo ha aumentato le pene per la corruzione e aumentato la durata della prescrizione sulla corruzione mentre altri hanno votato no. La questione morale c'è dappertutto, c'è qualcuno che ruba, non va bene ma smettiamola di sparare sugli altri. Non c'è destra contro sinistra ma onesti contro ladri - ha quindi aggiunto il premier in radio, a Rtl -. Chi è colpevole è giusto che paghi ma nessuno tipo di stumentalizzazioni su questo. Non si gridi al complotto, al "siamo assediati", se i magistrati vedono ipotesi di reato procedano, vadano a sentenza».

Poi l'affondo: «M5s e Lega usano due pesi e due misure. Parlare di riforma costituzionale in questa vicenda non c'entra niente, è un tentativo di strumentalizzare una vicenda giudiziaria», ha poi sottolineato il premier ribattendo ai grillini per i quali se la riforma Boschi fosse in vigore il sindaco di Lodi avrebbe potuto essere senatore. «È molto facile - ha detto Renzi replicando agli attacchi di Salvini - fare battaglia su questo contro altri. Ieri Mantovani è tornato in aula tra la bagarre dopo essere stato indagato per vicende legate a questioni di tangenti e corruzione». «Chi legge i giornali pensa che i politici ogni giorno pensano a chi vince e a chi perde e agli effetti nei giochi politici. È possibile per chi vive nell'acquario romano ma secondo me ai cittadini non interessano minimamente queste cose, interessa se le scuole funzionano, se le liste d'attesa della sanità si riducono, se si ricavano posti di lavoro dalla cultura. Le amministrative non riguardano il governo, la riforma costituzionale sì. Le riforme sono un elemento chiave della vita del governo, le amministrative no».

«Il governo non commenta il Csm, ci sono regole del gioco da rispettare. La mia posizione non è mai cambiata: noi rispettiamo le iniziative dei magistrati, speriamo arrivino a processo presto e ai partiti politici che strumentalizzano invitiamo a guardare a casa propria», ha detto ancora il premier, al termine del question time alla Camera, rispondendo ai giornalisti che gli chiedono un commento dopo che il componente laico del Pd al Csm Giuseppe Fanfani ha annunciato stamani che chiederà, forse già domani, l'apertura di una pratica in I commissione per verificare «la legittimità dei comportamenti tenuti e dei provvedimenti adottati» in questa vicenda. Ad annunciarlo è lo stesso consigliere, che definisce il provvedimento adottato nei confronti del sindaco di Lodi «ingiustificato e comunque eccessivo».

Fanfani, che premette di non essere «mai intervenuto nel merito di provvedimenti giurisdizionali» e dichiara la sua «grande stima di tutti i magistrati che hanno combattuto la corruzione e il malaffare», sottolinea però: «Non ho mai visto, in 40 e più anni di attività di penalista incarcerare alcuno per un reato come la turbativa d'asta, soprattutto quando l'interesse dedotto è quello di una migliore gestione di una piscina comunale. Non mi pare fossero necessari provvedimenti di cautela, ma se proprio lo si riteneva bastavano provvedimenti interdittivi e non certo coercitivi. Il carcere, poi, mi pare del tutto fuor di luogo, frutto di una non equilibrata valutazione del caso».

Durissima la replica dell'intero gruppo dei consiglieri di Area, che accusa Fanfani du «un'indebita interferenza sull'autonomia e sulla serenità dei magistrati». «Riteniamo incomprensibili e istituzionalmente inaccettabili le dichiarazioni di un Consigliere superiore a commento dell'iniziativa della autorità giudiziaria di Lodi - afferma in una nota il gruppo -. La definizione di "arresto ingiustificato e comunque eccessivo" da parte del cons. Fanfani, senza peraltro conoscere i contenuti della indagine e sulla base delle notizie di stampa, per di più adombrando possibili interventi dello stesso Consiglio Superiore della magistratura, appare una indebita interferenza sulla autonomia e sulla serenità dei magistrati e rischia di delegittimare il loro impegno nella trattazione di un delicato procedimento per la natura delle incolpazioni e la qualità dei soggetti coinvolti». «La natura delle censure formulate dal Consigliere Fanfani verso i citati provvedimenti non possono in alcun modo essere materia di competenza del CSM, riguardando valutazioni strettamente giurisdizionali di merito come tali eventualmente assoggettabili ad impugnazione nelle sedi competenti. Il rispetto delle prerogative strettamente giurisdizionali da parte di ogni attore qualificato costituisce (questo sì) il vero antidoto all?insorgere di tensioni dannose alla credibilità delle istituzioni».

04-05-2016

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