Spagna, vince ancora Rajoy. Ora rebus governo
Il Pp cresce di 13 deputati, a quota 136 su 350, con il 33% dei voti. In favore del partito del premier ha giocato un effetto Brexit. Il più deluso è Podemos
Domenica di elezioni in Spagna. Di nuovo. Trentasei milioni di elettori sono stati chiamati alle urne a sei mesi dall'ultima tornata elettorale. E con il concreto pericolo di confermare lo stallo e l'ingovernabilità che regna nel Paese, stavolta con l'aggravante dei dubbi instillati dal voto inglese. E stando ai risultati è plausibile.
Mariano Rajoy e il Pp vincono, come la volta, ma si rafforzano rispetto a dicembre: cresce di 13 deputati, a quota 136 su 350, con il 33% dei voti. In favore del partito del premier ha giocato un effetto Brexit, come sperava il premier uscente, spingendo una parte degli elettori a votare la sicurezza contro l'avventura di Podemos. I popolari stavolta "drenano" anche il partito moderato emergente Ciudadanos, che scende da 40 a 32 seggi e al 12,8%. I socialisti di Pedro Sanchez si salvano dall'umiliante sorpasso di Iglesias, leader di Podemos, vero sconfitto della tornata elettorale, ma con il 22,7% e 85 deputati perdono altri 5 seggi rispetto a dicembre quando già avevano registrato il loro peggiore risultato storico. Per il partito viola è una forte delusione. Rimane a 71 deputati con il 21,15%. Iglesias si vedeva già, come promettevano i sondaggisti, alla guida di un governo di sinistra con i socialisti, dopo uno storico sorpasso del Psoe che però non c'è stato.
Inoltre il Pp di Mariano Rajoy ha conquistato la maggioranza assoluta nel Senato di Madrid con 130 seggi su 208, davanti a Psoe (43) e Podemos (16). Rispetto al Senato uscente il Pp cresce di 6 seggi, il Psoe ne perde 4. I senatori in Spagna non votano la fiducia al governo ma sono decisivi nelle riforme costituzionali. |