Brexit, Cameron la farà chiedere al successore
Il premier uscente non intende attivare l'articolo 50 dei Trattati europei per avviare la procedura che permetterà di uscire dall'Ue. Conferma del cancelliere inglese
Il premier britannico David Cameron non intende attivare l'articolo 50 dei Trattati europei per avviare la procedura che permetterà al Regno Unito di uscire dall'Ue. Stando a una fonte Ue, è quello che si aspettano i leader dell'Unione in occasione dell'incontro di martedì a Bruxelles. Cameron lascerà probabilmente il compito di avviare la procedura al suo successore.
«Ci aspettiamo che presenti il risultato del referendum e la situazione in Gran Bretagna. Non ci aspettiamo che chieda l'attivazione dell'articolo 50 in questa fase". A rimescolare ancora le carte potrebbe essere la Scozia, la quale potrebbe negare la ratifica dell'esito del voto che sancisce l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione. «Chiederò ai parlamentari di negare il consenso legislativo", ha detto alla Bbc Nicola Sturgeon, primo ministro scozzese e tra i sostenitori del Remain (che nel suo Paese ha avuto il 68% dei consensi). La notizia è confermata anche George Osborne, il ministro dell'Economia inglese: «Attiveremo l'articolo 50 solo quando saremo pronti». Quindi prova a rassicurare i mercati: «La Gran Bretagna ha un'economia abbastanza forte e solida da poter affrontare la sfida».
Intanto, dopo lo choc Brexit, anche gli Stati Uniti scendono in campo. Domenica, infatti, viene annunciata la visita del segretario di Stato Usa John Kerry, che lunedì è arrivato a Londra e poi a Bruxelles, per una serie di incontri. Prima del voto, gli Stati Uniti avevano chiaramente tifato per la permanenza della Gran bretagna nell'Ue. Domenica il capo della diplomazia americana era anche a Roma per colloqui con il ministro degli esteri Gentiloni e il premier israeliano Benyamin Netanyahu. |