Brexit, Ue: "attivazione immediata" per uscita
I leader dei gruppi politici del PE dibatteranno sulle conseguenze del voto con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e un rappresentante della presidenza olandese del Consiglio
Come in precedenza annunciato, in seguito all'esito del referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione Europea, i deputati al Parlamento Europeo si sono riuniti a Bruxelles per una sessione plenaria straordinaria. I leader dei gruppi politici del PE hanno dibattuto sulle conseguenze del voto con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e un rappresentante della presidenza olandese del Consiglio. Quindi è stata votata una risoluzione non vincolante (a larghissima maggioranza: 395 voti a favore, 200 contrari e 71 astenuti) che contribuirà alla riunione dei 27 capi di Stato e di governo sullo stesso tema, prevista per mercoledì.
ll Parlamento chiede dunque «una implementazione rapida e coerente della procedura di revoca» dell'appartenenza della Gran Bretagna alla Ue in conseguenza della decisione del popolo britannico nel referendum. «Bisogna rispettare il voto» del referendum e «bisogna trarre le conseguenze» e «vorrei che il Regno Unito chiarisse, non domani mattina, ma chiarisse la propria posizione», ha detto Juncker alla prima plenaria del Parlamento Ue post Brexit. Una richiesta di chiarezza che coincide con quanto affermato ieri nel vertice a tre Merkel-Renzi-Hollande. Juncker ha precisato di non volere che «si affermi l'idea di negoziati segreti a porte chiuse» con i rappresentanti di Londra tanto che, sottolinea, «ho vietato ai commissari di discutere con i rappresentanti del governo britannico». «No notification, no negotiation» ha scandito. «Non è ammissibile che ora il governo britannico cerchi di avere contatti informali» con la Commissione, questo è «inammissibile», ha detto Juncker aggiungendo: «Ho dato un ordine presidenziale da mufti ai miei direttori generali, di evitare ogni contatto» con i rappresentanti di Londra.
Secondo Juncker, «dobbiamo costruire un nuovo rapporto con la Gran Bretagna, ma siamo noi a dettare l'agenda, non chi vuole uscire». E sottolinea: «L'ora è grave», ma «io sono allergico alle incertezze» e quindi «vorrei che la Gran Bretagna rispettasse la volontà del popolo britannico senza nascondersi dietro giochi a porte chiuse». «Sono sorpreso di vedere che io, proprio io che in Gran Bretagna vengo dipinto come tecnocrate, eurocrate e robot, voglio trarre le conseguenze del voto. E loro no?». E ancora: «La Commissione continuerà sulla sua strada». L'obiettivo «resta quello di modernizzare l'Europa», ha aggiunto citando ad esempio tra gli altri gli obiettivi dell'Unione quello dell'energia per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia e il mercato unico digitale. «Bisogna cambiare tutto, ma non l'essenziale. Io non sono né stanco né malato. Combatterò fino al mio ultimo respiro per un'Europa unita e migliore».
Poco dopo l'inizio dell'intervento di Juncker, c'è stato uno scambio di battute tra il presidente della Commissione Ue e il leader dell'Ukip, nonché della campagna per il "Leave" Nigel Farage, accolto in aula tra fischi e urla: «È l'ultima volta che applaude in quest'aula», ha tuonato Juncker all'eurodeputato britannico seduto vicino. «A dire il vero - ha aggiunto - devo dire di essere sorpreso di vederla qui, lei non era per la Brexit?». Dal canto suo Farage ha fatto sapere di non aver alcuna intenzione di dimettersi dall'Europarlamento «fino a quando il lavoro sarà fatto. Abbiamo vinto la guerra, ora dobbiamo vincere la pace».
Il Parlamento invita inoltre il Consiglio a modificare l'ordine delle sue Presidenze per evitare che il processo di recesso pregiudichi la gestione delle attività correnti dell'Unione. Il Regno Unito dovrebbe, infatti, assumere la presidenza del Consiglio UE nella seconda metà del 2017. Il Parlamento cambierà anche l’organizzazione interna per riflettere la volontà dei cittadini britannici di ritirarsi dall’UE.
In una dichiarazione congiunta di Martin Schulz, Presidente del Parlamento europeo, Donald Tusk, Presidente del Consiglio europeo, Mark Rutte, presidente di turno del Consiglio dell'UE e Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione europea, i vertici delle istituzioni europee hanno dichiarato in precedenza: «Nell'ambito di un processo libero e democratico il popolo britannico ha espresso il desiderio di lasciare l'Unione europea. Pur rammaricandoci di questa decisione, la rispettiamo. Si tratta di una situazione senza precedenti ma siamo uniti nel farvi fronte. E rimarremo fermi nella difesa dei valori fondamentali dell'UE - promuovere la pace e il benessere dei suoi cittadini. L'Unione di 27 Stati membri proseguirà il suo cammino. L'Unione costituisce il quadro di riferimento del nostro comune futuro politico. Siamo uniti dalla storia, dalla geografia e da interessi comuni e su tale base svilupperemo la nostra cooperazione. Insieme affronteremo sfide comuni per favorire la crescita, incrementare la prosperità e garantire ai nostri cittadini un ambiente sicuro. Le istituzioni svolgeranno appieno il loro compito per conseguire tali obiettivi. Ci aspettiamo ora che il governo del Regno Unito dia esecuzione quanto prima alla decisione del popolo britannico, per quanto doloroso possa essere tale processo. Ogni ritardo finirebbe infatti per prolungare inutilmente l'incertezza. L'Unione è dotata di regole per gestire questa situazione in modo ordinato. L'articolo 50 del trattato sull'Unione europea stabilisce la procedura da seguire nel caso in cui uno Stato membro decida di lasciare l'Unione europea. Siamo pronti ad avviare in tempi rapidi i negoziati con il Regno Unito per definire i termini e le condizioni della sua uscita dall'Unione europea. Ma fino alla conclusione di tali negoziati il Regno Unito rimarrà membro dell'Unione europea, con tutti i diritti e gli obblighi che ne derivano. Conformemente ai trattati che il Regno Unito ha ratificato, il diritto dell'UE continuerà ad applicarsi integralmente al e nel Regno Unito fino a quando il paese cesserà di essere membro dell'UE. Per il futuro speriamo che il Regno Unito possa rappresentare un partner stretto dell'Unione europea e ci aspettiamo che il paese formuli proposte concrete in tal senso. Ogni accordo che sarà concluso con il Regno Unito in quanto paese terzo dovrà tenere conto degli interessi di entrambe le parti ed essere equilibrato in termini di diritti e obblighi». |