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Pensioni, c'è l'intesa tra governo e sindacati

Sul tavolo sei miliardi in tre anni. Confermati l’Ape, l’intervento sui precoci e l’estensione e l’aumento della 14esima per i pensionati con i redditi più bassi

«Abbiamo concluso la fase di lavoro con i sindacati e siglato un verbale che è la sintesi di questo lavoro sulle tematiche della previdenza». Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, al termine dell’incontro tra governo e sindacati dopo la firma sul verbale agli interventi sul sistema pensionistico. Sul tavolo sei miliardi in tre anni. Confermati l’Ape, l’intervento sui precoci e l’estensione e l’aumento della 14esima per i pensionati con i redditi più bassi. Uscita a 41 anni per i precoci disagiati.

L'Esecutivo, in base a quanto detto dal ministro Poletti, destina quindi agli interventi sul sistema previdenziale 6 miliardi di euro in 3 anni. «Il governo - ha detto - lavora per trovare la massima condivisione possibile». Il governo è andato all'incontro con i sindacati con un verbale di 5 cartelle sugli argomenti sui quali si è tenuto il confronto in questi mesi. La quattordicesima sarà estesa a 3,3 milioni di persone, ovvero ai pensionati con redditi complessivi personali fino 1.000 euro al mese, si apprende da fonti sindacali presenti all'incontro. Si tratta quindi di quasi 1,2 milioni in più rispetto alla attuale platea di beneficiari. Per chi ha lavorato 12 mesi effettivi, anche non continuativi, prima del compimento dei 19 anni (i cosiddetti lavoratori precoci) l'uscita sarebbe anticipata a 41 anni di contributi se si appartiene alle categorie di lavoratori in difficoltà, come disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili e chi ha svolto attività gravose. Per accedere all'Ape, l'anticipo pensionistico su base volontaria, infine, bisognerà avere maturato una pensione «non inferiore a un certo limite. Il limite minimo non è stato ancora identificato.

«Dopo tanti anni i pensionati vedono un po' di giustizia», ha detto il segretario generale della Cisl, Annamaria Forlan. Questo non significa che «ci accontentiamo: la nostra piattaforma è nella nostra testa e nei nostri cuori». Dunque per Furlan «il lavoro va avanti, restano ancora tante cose da fare», ma quello di oggi «è un buon risultato». Per
il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, «i sei miliardi stanziati non sono sufficienti e non dimentichiamo gli esodati e il resto della piattaforma», comunque si è fatto «un buon lavoro» ma «non è finito» e «si guarda alla stanziamento con la lente rivolta alla fase successiva». Insomma, aggiunge, «la discussione continua». Stessa linea per il segretario della Cgil Susanna Camusso che ha spiegato come, in particolare, sia risultata positiva la distinzione tra lavori, privilegiando nell'uscita chi ha svolto attività più faticose.
28-09-2016


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