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Canone Rai, l'Avv. Piccarozzi: li fermeremo

Depositato il ricorso collettivo contro l'inserimento dell'imposta nella bolletta della luce elettrica. Il legale assicura: «Il governo ha fatto un pastrocchio»

«Il governo ha fatto un pastrocchio». Così l'avvocato Luigi Piccarozzi parla delle motivazioni con cui si dice convinto di vincere in tribunale la battaglia contro il canone Rai in bolletta. Lo racconta nell'intervista ad Antonella Piperno su "Panorama" all'indomani del deposito del ricorso collettivo. Un centinaio di fascicoli che si oppongono alla tassa che il governo del premier Matteo Renzi ha inserito nella bolletta della luce elettrica.

All'azione hanno aderito tutti i contribuenti che hanno ritenuto ingiusto pagare il canone Rai nella bolletta elettrica appunto, basato sulla presuzione del possesso della tv, come introdotta dall'art. 1, comma 153, lett. a, della recente legge n. 208/2015 (Legge di Stabilità 2016). Già in precedenza l'avvocato Piccarozzi, intervistato sempre su Panorama, così come ripreso anche da Il Giornale e Libero, aveva portato dunque all'attenzione uno dei fondamenti sui cui verte la class action tributaria promossa dal suo studio legale proprio contro l'addebito del canone Rai in bolletta elettrica, vale a dire che «lo statuto delle società elettriche non prevede il ruolo di agenti di riscossione, e il relativo compenso. Siamo davanti ad un aiuto di Stato e sono convinto che l'Unione europea lo contesterà. Così si sta piegando il diritto alle esigenze di cassa». Senza dimenticare che «i 14 milioni di euro di contributo forfettario che l’Agenzia delle entrate riconosce alle imprese elettriche per le spese dell’inclusione del canone in bolletta rappresentano un aiuto di Stato vietato dalla normativa Ue e dalle norme concorrenziali. E poi, visto che il termine ultimo per versare allo Stato le somme incassate è il 20 dicembre, ci sono anche gli interessi annuali, stimati in 7 milioni. E non c’è l’obbligo di trasferirli all’Erario».

Nell'intervista a Piperno, Piccarozzi ha specificato di aver depositato alla commissione tributaria di Torino una prima class action, protagonisti un centinaio di ricorrenti da cui non ha preteso onorari ma solo dieci euro «per le spese vive del ricorso». Entro fine anno spedirà un’altra pila di fascicoli, altrettanto corposa. Perché in tantissimi, che fossero pensionati, imprenditori o casalinghe, hanno ritenuto che fosse ingiusto «l’intrufolarsi dello Stato nei contratti tra utente e gestore di energia elettrica. Se passa questa linea, in bolletta potrà finirci perfino il bollo auto o la rata del mutuo».
All'azione diretta ha partecipato anche il gruppo Facebook "Class action contro canone Rai in bolletta", che è stato capace di calamitare l'attenzione di molti e ha convinto all'adesione.
02-12-2016


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