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Def: no calo Irpef, c'è taglio cuneo fiscale
Pressione fiscale in crescita dal 2018 per l'aumento dell'Iva della clausola di salvaguardia. Nella manovrina del governo salgono le accise su giochi e sigarette
Nella riunione del Consiglio dei Ministri, il governo ha dato l'ok a manovra e Def. Pronti 2,8 miliardi aggiuntivi per il settore del Pubblico impiego con risorse utilizzate per ottenere un aumento medio di 85 euro in busta paga. Stime in rialzo sul Pil: 1,1 per cento contro lo 1,0 per cento considerato nel passato. I Ministri hanno approvato oltre che il DEF anche il Programma Nazionale delle riforme e i 3,4 miliardi necessari per correggere i conti, secondo le richieste della Unione Europea.
Nel Def, dunque, sono entrati anche gli indicatori di benessere dei cittadini. Quattro gli aspetti presi in considerazione: reddito medio disponibile, indice di diseguaglianza, mancata partecipazione al lavoro, emissioni di CO2. Non c'è più il taglio delle aliquote Irpef tra le priorità del governo, al primo posto c'è l'intervento per ridurre il cuneo fiscale. Tra le novità c'è l'indicazione che il governo stima di impiegare quest'anno 10 miliardi di euro (sulla dotazione di 20 miliardi) per il sostegno al settore bancario. Scompare invece il riferimento alla riduzione delle aliquote Irpef previste dal progetto iniziale del governo Renzi che traguardava al 2018 l'intervento sull'Irpef dopo il taglio all'Ires e all'Irap. Mantienuto invece l'obiettivo della riduzione della pressione fiscale ma punta sul taglio del cuneo fiscale.
Per quanto riguarda i conti pubblici, nel 2018 servirà una correzione strutturale del deficit per circa 10 miliardi di euro, pari allo 0,6% del Pil, per centrare l'obiettivo di indebitamento dell'1,2% indicato dal governo. Questa cifra sconta l'effetto manovrina che per il prossimo anno è quantificata nello 0,3% del Pil. In sostanza, spiegano fonti del Tesoro, la correzione necessaria nel 2018 sarebbe pari allo 0,9% del Pil che scende allo 0,6% scontando lo 0,3% della manovrina 2017 (per quest'anno vale lo 0,2% del Pil) che essendo strutturale ha effetti anche sul prossimo anno. Nel complesso, la pressione fiscale è attesa ridursi di 0,6 punti percentuali nel 2017, collocandosi al 42,3 per cento del Pil. É attesa aumentare al 42,8 per cento nel 2018 e 2019 per poi scendere al 42,4 per cento alla fine del periodo. |
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12-04-2017
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