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Il Pd: «La legge elettorale è morta»

Subito 66 franchi tiratori. I grillini insistono su preferenze e voto disgiunto. E Grillo lancia sul blog altro sondaggio tra gli iscritti: «Se Rete dice no salta accordo»

Ancora caos alla Camera durante le votazioni per l'ok alla nuovo legge elettorale. Un emendamento di Forza Italia passa contro il parere contrario della Commissione. Dai banchi di M5S si urla «Libertà, libertà». Ira del Partito democratico che annuncia: riforma morta.

In azione dunque i franchi tiratori sull'emendamento approvato (
con 270 sì, 256 no e un astenuto) a scrutinio segreto contro il parere della commissione è di Michaela Biancofiore. E per un disguido, quando la votazione era stata aperta sul tabellone si vedevano le palline rosse e verdi, come se la votazione fosse palese: dopo le proteste tutte le palline sono diventate azzurre. «È stato un disguido», ha detto la presidente Laura Boldrini. «Oggi il M5S ha dimostrato che la sua parola non vale nulla». Lo ha detto nell'Aula della Camera il presidente dei deputati Pd Ettore Rosato dopo che è passato un emendamento alla legge elettorale a scrutinio segreto contro il parere della commissione. «La legge elettorale va fatta», ammonisce, condannando i franchi tiratori e chiedendo una sospensione della seduta.

Ma la questione sembra chiusa. «La legge elettorale è morta», sentenzia il relatore della riforma Emanuele Fiano (Pd). E Rosato rincara: «Abbiamo chiarissima l'operazione del M5s che ha voluto far fallire la legge elettorale. Ne prendiamo atto, bastava che lo dicessero subito che non sono capaci di mantenere la parola data. Sul blog avevano detto che la legge andava bene e invece l'hanno fatta cadere su una cosa che non c'entra niente». «Pd e maggioranza non devono neanche pensare lontanamente di addebitarci la responsabilità. Hanno oltre 300 deputati. Se c'è qualcuno responsabile sono loro», ha commentato Danilo Toninelli (M5S) sottolineando che «l'emendamento passato era un emendamento di giustizia per non consentire che il Trentino Alto Adige diventasse un feudo del Pd. È stato giusto farlo passare».

Già mercoledì il Partito democratico faceva sapere che nel patto con 5 Stelle, Forza Italia e Lega, quello che sostiene la riforma della legge elettorale,
a conti fatti (e al netto dei deputati in missione) sono mancati 66 voti sulle pregiudiziali. Quella in discussione alla Camera «non è la nostra legge ma noi serviamo le istituzioni. Adesso è sovrano il Parlamento. Se passerà, bene. Se qualcuno si tirerà indietro, gli italiani avranno visto la serietà del Pd che ha risposto all'appello del Capo dello Stato». Lo ha scritto Matteo Renzi sulla sua pagina Facebook, mentre alla Camera montava la preoccupazione che M5S possa tirarsi indietro dall'accordo sul sistema tedesco.

O i 4 partiti votano compatti sulla riforma elettorale o il Pd tornerà alla sua proposta, il Rosatellum, avvertiva poi il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato. «Volevamo un sistema più semplice, basato sul ballottaggio e sul premio di maggioranza, e in molti ci hanno dipinto per mesi come pericolosi aspiranti dittatori. Ricordate quello che ci dicevano sulla deriva autoritaria? Sul combinato disposto? Sul ballottaggio? Amici, sono passati pochi mesi ma l'eco di quelle critiche si sente ancora», continuava quindi il leader dem. 

Intanto sul blog Beppe Grillo si sfilava: «Oggi sono iniziate alla Camera le votazioni sulla legge elettorale. Come già fatto in commissione, anche in Aula cercheremo in tutti i modi di ottenere nuovi miglioramenti, come il voto disgiunto, le preferenze e i correttivi di governabilità. Non sappiamo se ce la faremo perché non dipende solo da noi. Abbiamo già ottenuto importanti risultati come la cancellazione delle pluricandidature e dei capilista bloccati. Il testo di legge che uscirà dal voto degli emendamenti di questi giorni sarà ratificato dai nostri iscritti con una consultazione online che si terrà prima del voto finale del provvedimento, che dovrebbe essere previsto lunedì, nei giorni di sabato e domenica».
08-06-2017

Linear

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