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Fincantieri, Calenda alla Francia: non arretriamo di un millimetro

Il ministro dello Sviluppo Economico non lascia spazio a dubbi intervenendo all'iniziativa di Forza Europa sulla rottura tra Roma e Parigi dopo la decisione di Macron

Su Fincantieri «il punto del governo italiano è: non c'è verso che noi accettiamo il 50%, ovvero meno di quello che avevano i coreani. È una questione di rispetto e dignità, non ci muoviamo di un millimetro e non lo faremo martedì. E questo farà bene alla Francia perché deve capire che nazionalizzare è sbagliato». A dirlo, sabato, è il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.

Calenda non lascia dunque spazio a dubbi intervenendo all'iniziativa di Forza Europa sulla rottura tra Roma e Parigi dopo la decisione di Macron di nazionalizzare temporaneamente i cantieri Stx per evitare che il controllo della società andasse all'italiana Fincantieri. Alla mossa della Francia «non si risponde nazionalizzando la Telecom, perché a una fesseria non si risponde con una fesseria più grossa», aggiunge il ministro dopo che nei giorni scorsi la leader della Cgil Susanna Camusso aveva suggerito l'ipotesi come risposta alla mossa francese.

«Io non penso che l'Europa sia in crisi, penso che sia l'Occidente ad essere in crisi - continua Calenda -. Non mi preoccupa il rifiuto dei Fiscal Compact ma il rifiuto dei vaccini, del commercio è l'idea che si è fatta largo che le società di cento anni fa fossero meglio di queste. Oggi si è andata ad affermare la negazione di tutto ciò che il progresso ha fatto. Questa non è una battaglia per l'Europa ma per la modernità, su cosa vuol dire essere moderni oggi». E spiega: «Se l'Italia ha un futuro, è quello di fare il percorso della Germania, facendo passare il grado dell'integrazione della propria economia dal 30% al 50%. Va costruita una politica dell'offerta, con degli investimenti».
29-07-2017


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