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Pontida, Salvini: «Da qui marcia per il govermo»
Il segretario della Lega è arrivato con largo anticipo al raduno, dove ha preso la parola per ultimo, dopo i governatori Roberto Maroni, Luca Zaia e anche Giovanni Toti
«Da oggi parte una lunga marcia per cambiare il Paese, andremo avanti anche senza soldi, chiederemo aiuto agli italiani, ma l’anno prossimo saremo a Pontida con una Lega e un centrodestra al governo, con l’Italia che riparte nel nome del lavoro, della sicurezza e soprattutto della democrazia». Così Mateo Salvini, fra i militanti di Pontida.
«Qualche giudice vuole fermare un partito, magari rispondendo agli ordini di qualcun altro. Non può mettere il bavaglio a un milione di militanti», ha poi arringato il leader dal palco. Secondo l’organizzazione, a Pontida ci sarebbero 50 mila persone. Il segretario della Lega è arrivato in mattinata con largo anticipo al raduno leghista, dove ha preso la parola per ultimo, dopo i governatori Roberto Maroni, Luca Zaia e anche Giovanni Toti, esponente di Forza Italia e primo rappresentante di un altro partito italiano invitato a parlare sul palco di Pontida. Visitando gazebo e stringendo mani, Salvini si è presentato indossando una felpa blu con la scritta «Salvini premier», lo slogan che più di ogni altro quest’anno si è sentito riecheggiare a Pontida, dove è aperta a che la campagna per il Sì ai referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto. Salvini ha confermato poi di voler proporre in tutta Italia il modello dei referendum consultivi sull’autonomia, specificando che «i referendum sono una bellissima occasione non solo per i lombardi e i veneti, ma per tutta l’Italia, che può gestirsi da sola senza vincoli europei o romani».
Da Salvini affondo poi sui grillini. «Il M5S? Se i Cinque Stelle vogliono ripetere a livello italiano quello che fanno a Roma, Torino, Livorno lasciamo perdere». All'evento assente lo storico fondatore Umberto Bossi. «Questo mi spiace, perché Pontida è Bossi. La decisione è stata presa dal segretario Matteo Salvini, ma per me Bossi a Pontida ha sempre diritto di parola». Così il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, ex segretario della Lega, sull’esclusione del Senatùr. |
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17-09-2017
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