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«Se mi estradano mi consegnano alla morte»
A dirlo è direttamente l'ex terrorista Cesare Battisti, condannato in contumacia all'ergastolo per quattro omicidi, intervistato dal giornale Estado de Sao Paulo
Se il Brasile confermerà la mia estradizione in Italia «mi consegneranno alla morte». A dirlo è direttamente Cesare Battisti, condannato in contumacia all'ergastolo per quattro omicidi, intervistato dal giornale Estado de Sao Paulo. «Perché non ho diritto di restare in Brasile?», si domanda ancora l'ex terrorista.
Battisti è stato intervistato a Cananeia, sul lungomare di San Paolo. «Quello che mi preoccupa maggiormente è che non potrò più vedere mio figlio» se dovessero estradarmi, ha proseguito. «Un'altra cosa terribile è che non si può dare a una persona la possibilità di farsi una famiglia e vivere legalmente in un paese per poi all'improvviso togliergli tutto», ha aggiunto l'ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac). «È qualcosa di mostruoso. Non sono un clandestino, non sto compiendo nessun illecito», ha ribadito Battisti.
«Non ho mai pensato di uscire dal Brasile, ma se avessi voluto farlo non sarei andato in Bolivia, avrei scelto l'Uruguay, perché è un paese un po' più affidabile ed è dove ho più relazioni», ha continuato. «Su cosa si basa» l'ufficio legale della presidenza della Repubblica brasiliana per giustificare una sua possibile estradizione lui dice di non saperlo, ma spiega che i suoi avvocati stanno ancora aspettando che i ministeri competenti forniscano le informazioni al riguardo. «Non so se il Brasile vorrà macchiarsi sapendo che il governo e la stampa hanno creato questo mostro in Italia. Mi consegneranno alla morte», ha sottolineato l'ex terrorista. |
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12-10-2017
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