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Dal Senato via libera alla legge elettorale

Dopo 5 voti di fiducia chiesti dal governo sui vari articoli del testo, il provvedimento, il cosiddetto Rosatellum 2.0, già approvato alla Camera, diventa definitivo

Via libera anche dal Senato (con 214 si, 61 contrari, un astenuto) alla legge elettorale, il cosiddetto "Rosatellum 2.0". Dopo il via libera di ieri ai 5 voti di fiducia chiesti dal governo sui vari articoli del testo, il provvedimento, già approvato alla Camera diventa così definitivo in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.

La nuova legge elettorale prevede il 36% di parlamentari eletti in collegi uninominali con formula maggioritaria e il restante 64% in collegi plurinominali con metodo proporzionale. Il sistema maggioritario determina l'assegnazione di 231 seggi a Montecitorio e di 109 seggi a Palazzo Madama, mentre i seggi restanti derivano dal voto proporzionale. Non è previsto premio di maggioranza. La legge fissa soglie di sbarramento, identiche per i due rami del Parlamento, al 3% per le singole liste e al 10% per le coalizioni e delega il Governo a determinare entro 30 giorni i collegi uninominali e plurinominali. È concessa la possibilità di candidarsi fino a un massimo di cinque collegi a voto proporzionale (ma le 'pluricandidaturè non verranno ammesse nei collegi uninominali), mentre anche i residenti in Italia potranno candidarsi per essere eletti all'estero.
La riforma elettorale introduce inoltre elementi di trasparenza nei partiti, come l'obbligo per la lista di depositare lo statuto, mentre un 'tagliando-antifrodè ricavato sulla scheda consegnata agli elettori eviterà brogli al momento del voto. La scheda riporterà nella sezione plurinominale tra i due e i quattro candidati (sarà unica e non si potrà esprimere un voto disgiunto). Sono state infine stabilite quote di genere (nessuno dei due può risultare rappresentato in misura superiore al 60%) e la regola dell'alternanza nelle liste plurinominali.

La riforma è stata sostenuta a Palazzo Madama dallo stesso schieramento trasversale che ne ha consentito il primo via libera a Montecitorio: alla maggioranza, dopo che Mdp si è sfilato, si sono aggiunti i voti di Forza Italia e Lega. Anche il gruppo Ala ha confermato il proprio sostegno al provvedimento con il suo leader, tanto che Denis Verdini s'intesta la vittoria: «Rivendico con orgoglio tutto quello che abbiamo fatto, il ruolo di supplenza che abbiamo svolto». M5S e Mdp sono tornati in Aula, dopo l'abbandono dei lavori nella fase conclusive delle votazioni sulle fiducie, per ribadire il loro "no" al disegno di legge. Voto contrario anche dal presidente della commissione Lavoro, Maurizio Sacconi (Ap), in dissenso pertanto dal proprio gruppo.
26-10-2017

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