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«O noi o la destra. No veti su Mdp, ma...»

Così il segretario Matteo Renzi (tra gli applausi) in Direzione apre a Mdp: «Sforzo unitario ma non chiedano abiure». Netta la replica di Bersani: «Chiacchiere a zero»

Nel pomeriggio di lunedì, Matteo Renzi apre la direzione del Pd con il suo intervento nella sede del Nazareno a Roma dove nel fine settimana non si è mai smesso di lavorare alle possibili alleanze in vista delle elezioni. E sgombra il campo dai dubbi: «Siamo alle porte della campagna elettorale e lo sforzo unitario che si chiede all'esterno va praticato all'interno in primis da chi dirige e questo che vuol dire parlare del paese e con il paese».

Il segretario è dunque pronto ad aprire un tavolo per costruire una coalizione e dà il via alla riunione dicendo che «senza veti ma anche senza abiure» è pronto a dialogare anche con Mdp, soprattutto dopo gli appelli all'unità lanciati da Giuliano Pisapia e Walter Veltroni. «Noi siamo col treno nel Paese - dice il segretario dem dal palco - il Pd è lì e a chi dice cancelliamo il passato per ragionare del futuro, dico che dobbiamo rivendicare con forza quello che abbiamo fatto. Certo ci sono stati limiti e difficoltà ma in questi anni si è prodotto un miglioramento del Paese. Abbiamo recuperato il gap, abbiamo rimesso in moto il Paese e abbiamo tanto da fare. Ma chi si esercita in richieste di abiura di quanto fatto, non si rende conto di dove eravamo tre anni fa». Non intestare al Pd quanto fatto per portare l'Italia fuori dalla crisi, ha detto Renzi, «é assurdo, illogico e inspiegabile».

Ma è il tema della coalzione quello centrale. «Con la coalizione che faremo, anche se non fosse la più ampia come io auspico, noi siamo già oggi avanti agli altri. Sulla rivendicazione del passato non faremo alcun passo indietro. Ovviamente la sfida è il futuro e il futuro è una pagina totalmente bianca da scrivere e o la scriviamo noi o la destra e noi dovremo deciderci se essere capaci di continuare una storia di progresso o tornare ad una storia che sembrava chiusa 6 anni fa. Certo c'è anche M5s ma è ampiamente sovrastimato nei sondaggi e poi con questa legge elettorale o riesci nei coleggi a stare sopra il 30 o sei difficilmente competitivo».

«La pagina bianca per il futuro non è discutere se 80 euro sì o 80 euro no - nessuno lo fa, anche perché siamo in campagna elettorale - ma sapere che ci saranno tre proposte in campo: una flat tax a destra, e una misura di assistenzialismo a sinistra, o la nostra nuova proposta di riduzione delle tasse che deve partire dall'Irpef. O qualcuno vuole mettere in discussione la battaglia per la flessibilità fatta in Europa?». «Si può fare di più e meglio, facciamolo insieme», sottolinea il segretario dei democratici. «Se qualcuno pensa che centrodestra e centrosinistra siano uguali faccia quel che crede, noi pensiamo ci sia una differenza di valori e di ideali. Ma non consentiremo a nessun altro di pensare di farci cambiare idea su un Paese che quando lo abbiamo preso era al meno 2 per cento di pil: il nostro impegno ha portato a una crescita». ​E rivolgedosi direttamente a Mdp dice: «Anche con le persone da cui siamo stati divisi da discussioni e polemiche c'è più sintonia che con gli avversari storici, non solo perché governiamo insieme in 14 regioni ma perché molte cose fatte le abbiamo fatte insieme. Non sarà il Pd a mettere veti o paletti alla coalizione più ampia possibile, forse abbiamo opinioni diverse sulla buona scuola ma non sulla necessità del tempo pieno anche al sud come al nord. Chi vorrà rompere lo dovrà fare in modo trasparente e chiaro perché da noi non troverà alcuna sponda».

Matteo Renzi disegna l'arco della coalizione: «Credo sia cruciale che sia coinvolta l'area moderata così come i Verdi, Idv e i Radicali con i quali c'è una discussione non scontata né chiusa. Poi vogliamo il dialogo a sinistra in primis con Cp, a cui lanciamo parole di dialogo e disponibilità come quelle che in larga parte abbiamo sentito ieri, e vogliamo un confronto con Mdp, SI e Possibile». «Siamo disponibili a trovare punti di equilibrio anche sulla legge di bilancio, nei limiti di quanto è possibile fare», sapendo che, «come hanno detto Paolo e Pier Carlo, c'è bisogno di responsabilità».

Reazione alquanto gelida da Bersani: «Maggiore sintonia con Mdp? Non lo so, bisogna vedere cosa dice sul resto. Lui si preoccupa sempre di rivendicare quello che si è fatto ma purtroppo c'è qualche milione di elettori che non è d'accordo, e non sono Bersani o Speranza, che hanno un giudizio critico su tante cose che si sono fatte. Seguiamo la discussione. Basta che si sappia che le chiacchiere stanno a zero, adesso ci vogliono dei fatti». «Se solo si fanno promesse la gente non crede. Negli ultimi tre anni siamo stati insieme, anche Mdp, ma l'Italia non la pensa così. Benissimo quelli che fanno appelli, siamo anche noi per l'unità, però ci dicano cosa intendono fare per cambiare. C'è un pezzo di elettorato che del centrosinistra a traino Pd e del Pd a traino renziano non ne vuol sapere. Come si fa a farli tornare? Cambiando radicalmente proposte, smettendo l'arroganza del governo, dando un messaggio in sintonia con la vita dei cittadini».
13-11-2017

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