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Rimborsopoli scuote il M5S. Lascia Borrelli

Andrea Cecconi e Carlo Martelli sono, probabilmente, la punta di un iceberg. Pizzarotti attacca. Di Maio: «Ho fatto bonifici per 150mila euro. Via chi ha tradito»

Ancora bufera sul Movimento 5 Stelle per la vicenda dei mancati rimborsi al fondo per il microcredito del ministero dell'Economia. A questo punto, mentre il buco pare arrivare a un milione e mezzo, Andrea Cecconi e Carlo Martelli sono, probabilmente, la punta di un iceberg.

Il caso «rimborsopoli» piomb quindi sulla campagna elettorale. E mentre il Pd attacca, e Di Maio si dice convinto che sarà per loro un boomerang, lascia l'eurodeputato David Borrelli, fedelissimo di Casaleggio. «Ha ufficializzato il suo ingresso nel gruppo dei non iscritti. Borrelli ha comunicato alla delegazione italiana del MoVimento 5 Stelle che la sua è stata una scelta sofferta ma obbligata da motivi di salute. Prendiamo atto che Borrelli non fa più parte del MoVimento 5 Stelle», si legge in una nota Laura Agea, capo delegazione M5S al Parlamento europeo.

C'è poi l'affondo del sindaco di Parma
Federico Pizzarotti, ex Movimento 5 stelle, che a Circo Massimo in merito alla vicenda dei mancati rimborsi che ha travolto il Movimento 5 stelle dice: «In tanti lamentavano il fatto che i nessuno controllava i rimborsi, adesso emergono fatti sicuramente gravi. Di Maio cerca di spostare il dito così la gente si distrae e dice che sono stati versati 23 milioni ma quello che trovo grave è che siano al momento i "caporali", cioè le persone più visibili, ad aver fatto questo, ad aver falsificato le rendicontazioni. Non penso sia una cosa molto diffusa, immagino una decina di persone, ma sono quelli che mi attaccavano dicendo che non ero degno a loro avviso, i più puri facevano queste cose. Quando è scomparso Casaleggio ha perso la persona che dava la linea, il programma e la visione. Grillo si è allontanato da tempo, per stanchezza. Il M5s è diventato un'altra cosa. Anche le persone sono diverse. Di Maio ha scalato un movimento che non era scalabile. Ma fare il premier è un'altra cosa, forse servirebbe maturare un'esperienza di tipo gestionale in altri ambiti».

Di Maio però tira dritto e su facebook scrive: «Oggi ho incontrato Filippo Roma de Le Iene. Come promesso l'ultima volta che ci siamo incontrati, abbiamo verificato tutti i bonifici che ho effettuato al fondo del Microcredito per un totale di oltre 150.000 euro, certificato dal direttore della banca. Ho anche rinunciato alle indennità aggiuntive da vice presidente della Camera. In tutto ho restituito o rinunciato in 5 anni di legislatura a più di 370.000 euro. Alcuni portavoce hanno violato le nostre regole e non hanno donato tutto quello che avrebbero dovuto. Un tradimento dei nostri principi e della fiducia dei nostri iscritti. Per questo saranno cacciati dal MoVimento e si sono impegnati a rinunciare all'elezione. La stragrande maggioranza dei nostri portavoce ha ottemperato agli impegni presi e infatti nel fondo per il microcredito ci sono oltre 23 milioni di euro. Abbiamo chiesto al MEF l'elenco completo dei bonifici e chi non risulterà in regola per me è già fuori. Non facciamo sconti a nessuno, tantomeno a noi stessi e pubblicheremo la lista completa».
13-02-2018

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