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Embraco licenzia, l'ira del ministro Calenda
La proprietà ha risposto negativamente allo stop di licenziamenti e cassa integrazione. Il responsabile dello Sviluppo: «Gentaglia, ora al lavoro con Invitalia»
Usa parole durissime il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per dettagliare il "no" alla proposta del governo di fermare licenziamenti e cassa integrazione da parte di Embarco: «Ha risposto negativamente, si conferma un atteggiamento di totale irresponsabilità dell'azienda. Le loro motivazioni dimostrano una mancanza di attenzione al valore delle persone e alla responsabilità sociale dell'impresa».
«Adesso non ricevo più questa gentaglia perché onestamente ne ho avuto fin sopra i capelli di loro e dei loro consulenti del lavoro italiani che sono qua» dice poi Calenda. Il governo aveva chiesto all'azienda che produce compressori per frigoriferi, parte del gruppo di elettrodomestici Whirlpool, di bloccare i 497 licenziamenti (su 537 posti) e la cassa integrazione nello stabilimento di Riva di Chieri (Torino). «Attiviamo urgentemente un lavoro con Invitalia per cercare di trovare un percorso di reindustrializzazione in tempi molto più brevi perché abbiamo poco più di un mese» spiega poi il ministro, aggiungendo che martedì volerà a Bruxelles dal Commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager per valutare se la scelta dell'azienda di trasferire lo stabilimento in Slovacchia vada contro le regole europee. |
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19-02-2018
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