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ALLARME SEXTING E SICUREZZA ONLINE PER LE RAGAZZE

Nell’era dei nativi digitali, nella quale gli adolescenti italiani passano più di 6 ore al giorno davanti a smartphone e altri device, 6 ragazze adolescenti su 10 nel nostro Paese ammettono di trascorrere la maggior parte del proprio tempo libero online e sui social network (il 21,3% dice di passarlo giocando con il cellulare e il 12% guardando video in rete) ma è proprio nella solitudine del mondo online che le ragazze si sentono meno sicure. Quasi il 60% di loro ha infatti indicato la piazza virtuale come quella in cui si sentono maggiormente vulnerabili. Più che in luoghi di aggregazione reali come palestre e campi sportivi (15,4%) o scuole (10,5%).

Ma l’insicurezza raggiunge anche altri luoghi: il 35,4% delle ragazze ha infatti affermato che non si sentano sicure per strada, nelle stazioni o in altri luoghi in cui sono esposte in prima persona. Sono alcuni dei dati diffusi in anteprima dell’Osservatorio sulla Violenza e gli Stereotipi di Genere di Terre des Hommes realizzato in collaborazione con la Community ScuolaZoo per la Campagna Indifesa.  Fino all’8 marzo si può donare con sms o chiamata al numero solidale 45549 per la realizzazione di interventi di prevenzione della violenza, discriminazioni e stereotipi di genere nelle scuole superiori italiane.

L’Osservatorio è stato avviato 4 anni fa da Terre des Hommes con ScuolaZoo e ha raccolto nei soli primi due mesi del 2018, le opinioni di oltre 1250 ragazze su argomenti di grandissima attualità come sexting, sicurezza online, bullismo e cyberbullismo, molestie e violenze, discriminazioni e stereotipi di genere.

A risultare allarmante, oltre all’utilizzo massivo dei social network che sembra alimentare un disperato bisogno di visibilità sociale, c’è la tendenza a postare o condividere immagini e contenuti, soprattutto personali e intimi, forse per cercare consensi e apprezzamento. Proprio in questo contesto uno dei dati che colpisce di più riguarda la diffusione del sexting, ovvero la condivisione di foto intime con il proprio partner. 1 ragazza su 5 (il 19%) ammette di averlo praticato, mentre 4 ragazze su 10 dicono di aver visto circolare foto o video intimi o a sfondo sessuale loro o di amici sui social network, online o sui servizi di messaggistica. E alla domanda “Se una ragazza ha fatto un video o una foto hot è una “ragazza facile”: più di un terzo delle intervistate (37,4%) risponde di essere d’accordo. Quando nella domanda viene specificato che l’uso è per la condivisione con il proprio ragazzo, la percentuale di rispondenti che dicono di essere d’accordo scende al 19%.

“I dati dell’Indagine che abbiamo realizzato con ScuolaZoo lasciano intuire quanto il fenomeno del sexting sia più diffuso di quanto si possa immaginare. Ci troviamo sempre più spesso di fronte ad esempi e modelli che spingono le ragazze giovanissime ad atteggiamenti disinvolti, spesso sottostimando gli effetti reali delle condotte online. – dichiara Paolo Ferrara, Responsabile Comunicazione e Raccolta Fondi Terre des Hommes Italia. – Da questa indagine emerge con chiarezza il bisogno delle nuove generazioni di sentirsi sempre connessi. Ma sapere tutto di tutti, vedere e commentare le azioni altrui praticamente in tempo reale non aiuta a sentirsi meno soli, anzi. Il paradosso sta proprio nel fatto che più tempo si passa sui social network e più aumenta la sensazione di essere isolati dagli altri, vulnerabili ed esposti a pericoli che il più delle volte sfuggono dal loro controllo. E’ necessario contrastare non solo la violenza e le discriminazioni di genere con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione, ma anche questa tendenza di fondo a cercare nei Social e nei device una risposta alla propria solitudine, con il rischio di generare nuova ansia e un ulteriore senso di isolamento. Ognuno di noi può contribuire con un piccolo gesto, come ad esempio inviando già da ora un sms al 45549 a sostegno della Campagna “Indifesa” per la protezione delle bambine e delle ragazze nel mondo”.

È il quarto anno consecutivo in cui ScuolaZoo, la community online di studenti più grande d’Italia, partecipa attivamente al progetto, veicolando i questionari di Indifesa nelle scuole dove gli utenti della community sono più attivi. Ma da quest’anno, la community, attraverso il network di Rappresentanti d’Istituto ScuolaZoo, ha contribuito a definire il questionario stesso: sono i ragazzi (16-18 anni) che hanno individuato, selezionato e proposto le tematiche relative o connesse alla questione “Discriminazione di genere” e “Violenza sulle donne” da porre ai propri coetanei. Per dare maggiore enfasi e sottolineare aspetti che sono rilevanti per la Generazione Z stessa e rendere il questionario InDifesa 2018 ancor più veritiero a partire proprio dalle tematiche indagate. ScuolaZoo sta inoltre continuando a distribuire il questionario agli studenti attraverso i suoi canali che raggiungono circa 3 milioni di utenti, per dare voce ai ragazzi, per aiutarli a riflettere, a crearsi un’opinione e diventare cittadini consapevoli.

Nonostante i comportamenti spesso disinvolti, per altri versi sembra emergere una certa consapevolezza sui rischi della propria condotta online che può far cadere, per esempio, in trappole altrettanto pericolose come il grooming (l’adescamento online, da parte di adulti, di minori con lo scopo di commettere atti sessuali o a carattere pornografico) e il revenge porn (la pubblicazione di foto o video intimi e pedopornografici sul web, posta in essere generalmente dopo la fine di una relazione sentimentale o affettiva, a scopo di vendetta e che vede colpite soprattutto ragazze per mano dei loro ex partner). Vedere, infatti, le proprie foto intime circolare online o su cellulari altrui senza il proprio consenso viene considerato altrettanto grave e doloroso quanto subire una violenza una violenza fisica per il 94,3% delle ragazze. Ed è grazie a questo appiglio alla realtà che alla domanda se “ciò che succede su internet è reale e non virtuale”, ben il 71% delle ragazze risponde di essere d’accordo.

BULLISMO E CYBERBULLISMO: UNA RAGAZZA SU TRE NE E’ VITTIMA
Una ragazza su tre delle intervistate denuncia di aver subito atti di bullismo sulla propria pelle e quasi 2 su 3 (58,1%) delle ragazze afferma di aver assistito ad atti di bullismo/cyberbullismo. Solo il 6,2% però ammette di averli compiuti su propri coetanei. E se per bullismo intendiamo quell’insieme di comportamenti verbali, fisici e psicologici reiterati nel tempo, posti in essere da un individuo, o da un gruppo di individui, nei confronti di individui più deboli , è facile intuire quanto nel web il rischio che questi comportamenti risultino esacerbati, aumentando l’aggressività dei persecutori, lasciando nel contempo alle vittime un maggior senso di solitudine. Ciò perché il cyberbullismo ha l’obiettivo non solo di aggredire o denigrare l’altro, ma rappresenta un vero atto persecutorio che genera la percezione di non avere vie di fuga da questa grande piazza virtuale, dove si è potenzialmente sotto gli occhi di tutti .

MOLESTIE SESSUALI, LA PAROLA ALLE RAGAZZE:
I commenti volgari sul proprio corpo e pubblicati online sono fonte di estremo fastidio per 8 ragazze su 10. Ma cosa intendono le ragazze per molestia sessuale? Il 69% delle ragazze non hanno dubbi e per “molestia sessuale” intendono qualsiasi contatto fisico "invadente" e indesiderato; il 66,5% le identifica come qualsiasi comportamento inappropriato a sfondo sessuale. Quasi una ragazza su 2 ritiene che sia un contatto fisico indesiderato in zone intime; per il 40,1% possono essere molestie anche i commenti e le insinuazioni sessiste e/o a sfondo sessuale; mentre il 39,2% ha indicato un comportamento persecutorio (stalking).

DISCRIMINAZIONE DI GENERE: PER 8 ADOLESCENTI SU 10 SI TRATTA DI MOLESTIE E VIOLENZE
Qual è, secondo le adolescenti, la forma di discriminazione peggiore che subiscono le donne? La stragrande maggioranza (85,4%) indica sicura le molestie sessuali o la violenza. La seconda voce citata, seppur molto distante in termini numerici, è la discriminazione economica (8%). Alla domanda diretta se hanno mai subito molestie o violenze, quasi il 12% delle ragazze ha risposto di sì, mentre la percentuale scende al 4,36% quando si chiede se la violenza sia stata perpetrata dal proprio ragazzo.

Per avere una visione d’insieme è utile, inoltre, capire come vivano la sessualità le ragazze di oggi. Alla domanda cosa sia per loro il sesso, il 5,5% ha risposto di considerarlo come un’imposizione. Prevale però, al di là delle generalizzazioni, una visione tendenzialmente neoromantica: quasi il 78% ritiene che il sesso sia uno scambio tra persone che si amano e al 57,7% non interessa se alla base non c’è amore. Una ragazza su 2 lo definisce come qualcosa che fa stare bene, mentre il 20,5% lo ritiene semplicemente una funzione biologica.

In questo scenario di forti contraddizioni, gli stereotipi sono ancora presenti per una quota per nulla marginale delle intervistate. Secondo il 15%, infatti, una ragazza che veste in modo provocante la violenza “se la va a cercare”. Il 17,5% pensa che debba essere l’uomo a dirigere e a mantenere la famiglia e il 23,2% ritiene che il ruolo principale della donna debba essere quello di madre. E, infine, il 20,3% pensa che una mamma lavoratrice non possa dedicarsi ai figli come dovrebbe. Lo scoglio principale risulta essere ancora una volta la cultura, che costringe le donne ad essere spesso “vittime” di loro stesse. A confermare ciò è anche il modo di concepire la coppia che, ancora oggi, viene vista come un mondo a parte. Ben il 30,1% di giovanissime, infatti, ritiene che quello che succede all’interno di una coppia sia un fatto privato e nessuno ha il diritto di intromettersi.

In ultima analisi, un dato che colpisce più di tutti, in un mondo dove le connessioni multiple stanno via via sostituendo le relazioni reali, alla domanda “Ti sei mai sentita sola?”, l’85,8% delle adolescenti risponde di sì. Una percentuale analoga, ovvero l’85,3%, che si innalza come per lanciare un grido di aiuto, dichiara che servirebbe uno psicologo nella propria scuola.  

INDIFESA, LA CAMPAGNA DI RACCOLTA FONDI PER LA PROTEZIONE DELLE BAMBINE E DELLE RAGAZZE
Terre des Hommes, con la Campagna Indifesa si impegna a tutelare milioni di baby spose, baby mamme, ragazze violate e vittime di tratta, mettendo fine a violenze e maltrattamenti, per garantire un futuro migliore a loro e a tutta l’Umanità. In particolare la raccolta fondi di questa edizione servirà a sostenere interventi di prevenzione delle violenza e degli stereotipi di genere nelle Scuole superiori italiane, a contrastare il fenomeno della schiavitù domestica delle bambine e delle ragazze in Perù e a combattere le Mutilazioni Genitali Femminili in Mauritania. Fino all’8 marzo 2018 si può sostenere la Campagna con un sms o chiamata al numero solidale 45549. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari Wind Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, Coop Voce e Tiscali. Sarà di 5 euro per le chiamate da rete fissa PosteMobile, TWT e Convergenze e di 5 e 10 euro da rete fissa TIM, Wind Tre, Fastweb, Vodafone e Tiscali.
Partner della Campagna sono Responsabilità Sociale Rai, LA7 e Radio Italia Anni 60.

L’IMPEGNO DI TERRE DES HOMMES IN ITALIA E NEL MONDO
La Campagna Indifesa di Terre des Hommes, ha come obiettivo quello di sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sulle gravi violazioni dei diritti delle bambine e delle ragazze che ogni giorno si verificano nel mondo e sull’importanza di assicurare loro protezione e sostegno. Nel corso degli anni l’Organizzazione si è impegnata per cambiare la vita di bambine e ragazze con significativi interventi internazionali, come i progetti in Giordania, Bangladesh e Mozambico in favore delle baby spose e in Costa d’Avorio per le baby spose. Terre des Hommes fa inoltre parte della Coalizione Girls Not Brides, per fermare i matrimoni precoci. In Libano e nel Kurdistan Iracheno siamo impegnati nel contrasto allo sfruttamento lavorativo delle bambine e bambini rifugiati.  In Perù molte baby schiave domestiche hanno riavuto il diritto ad un’adeguata istruzione scolastica che le offra la prospettiva di un lavoro qualificato. Numerose ragazze vittime di sfruttamento e abusi, ospiti del Centro (Hogar) Yanapanakusun, hanno beneficiato di borse di studio per specializzarsi professionalmente. In Italia, Terre des Hommes ha realizzato varie indagini sul maltrattamento sui bambini, che hanno restituito una prima quantificazione del fenomeno nel nostro Paese, dei costi dovuti alla sua mancata prevenzione e a una maggiore conoscenza del maltrattamento anche degli stessi medici e pediatri, grazie all’avvio di un corso di perfezionamento sul Child Abuse e la creazione di una rete di centri pediatrici d’eccellenza per la diagnosi precoci del maltrattamento. Con il progetto FARO, Terre des Hommes fornisce supporto psicologico e psicosociale anche alle minori che giungono in Sicilia senza famiglia.
06-03-2018

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