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Agire
Governo, Mattarella: ancora nessun progresso

Il capo dello Stato prende tempo al termine della seconda giornata delle consultazioni bis. Da più parti le ipotesi sul tavolo sono Giorgetti o Casellati

Secondo giro di consultazioni al Quirinale nella speranza di una intesa fra i partiti per formare un nuovo governo. In questa circostanza Sergio Mattarella, a differenza del primo giro di incontri, ha prima incontrato le forze politiche e poi le più alte cariche istituzionali dello Stato.

Venerdì, seconda giornata di consultazioni bis, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato per primo il presidente emerito della Repubblica, senatore a vita Giorgio Napolitano, quindi Roberto Fico, presidente della Camera e poi Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato.

«Come rappresentante istituzionale parlo per me», ha detto Napolitano uscendo dal secondo giro di consultazioni con il Capo dello Stato, «ma sono convinto di esprimere un sentimento comune, siamo tutti accanto a Mattarella nella ricerca di soluzioni, un compito estremamente complesso e che presenta allo stesso tempo una innegabile urgenza. Siamo pienamente solidali con lui». Il presidente della Camera Fico, arrivato al Quirinale a piedi è andato via dopo circa 20 minuti senza fare dichiarazioni. «Vi auguro buona giornata», si è limitato a dire rivolgendosi ai giornalisti. Lo stesso vale per Casellati: niente dichiarazioni:

«Valuterò nei prossimi giorni come uscire dallo stallo. Emerge con evidenza che il confronto tra i partiti non ha fatto progressi». Sergio Mattarella sintetizza poi così l'esito del secondo giro di consultazioni. Un timbro sul fatto che non c'è nessun passo avanti, nonostante le presioni: «Ho fatto presente la necessità di avere un governo nel pieno delle sue funzioni».

Prima giornata - «C'è solo una soluzione per sbloccare questo stallo e investe Silvio Berlusconi: deve mettersi di lato e consentire la partenza per un governo di cambiamento. Altrimenti l'unica risposta è che non riteniamo possibile un governo del M5S con Forza Italia», ha scandito Luigi Di Maio, leader del Movimento 5 Stelle, al termine delle consultazioni ribadendo il veto all'ex premier. «Devo dire che ho apprezzato l'apertura da parte di autorevoli esponenti del pd ma è chiaro che in questo momento il Pd è fermo su posizioni che non aiutano - ha detto ancora Di Maio con al fianco i capigruppo Danilo Toninelli e Giulia Grillo -. Con la Lega è inutile dire che c'è una sinergia istituzionale che ha permesso di rendere operativo il Parlamento immediatamente. Nessuno può sentirsi esente dalla responsabilità di dare un Governo al Paese, soprattutto chi ha progettato questa legge elettorale». «È chiaro che la coalizione di centrodestra è tuttora divisa, perché mentre il leader della Lega apriva al M5S, con una battutaccia nei nostri confronti Berlusconi ha dimostrato che il centrodestra stesse sperando in questo momento nel Pd - ha continuato il leader grillino -. La Lega deve prendersi sue responsabilità perché sta dicendo o che vuole fare un governissimo, che non ci vede assolutamente d'accordo, o che vuole tornare al voto, ipotesi che scongiuriamo ma di cui non abbiamo paura e su cui non abbiamo niente da perdere». «Noi lavoreremo il più possibile per creare una maggioranza di governo ma con condizioni compatibili con i nostri valori e la nostra storia. E riteniamo non sia possibile che a distanza di sette giorni si chieda quest'apertura impossibile», ha spiegato ancora Di Maio facendo riferimento a Berlusconi. Quella della Lega «è una posizione che non comprendo, non comprendo come Matteo Salvini di fronte alla possibilità di far partire il governo di cambiamento si sia ostinando con la coalizione di centrodestra», ha spiegato ancora il leader 5 stelle.

«Abbiamo concordato un comunicato congiunto e il nostro leader Matteo Salvini ne darà lettura», ha dichiarato Silvio Berlusconi al termine del colloquio al Quirinale passando il testimone al leader della Lega.
«Se continuasse il gioco delle tattiche politiche e dei veti mentre gli italiani soffrono vuol dire che la richiesta di cambiamento» emersa dalle elezioni del 4 marzo sarebbe «disattesa. Speriamo non sia così per l'Italia, per noi è il valore più grande», ha detto il leader della Lega Matteo Salvini al termine delle consultazioni. «Pur confermando la nostra lealtà all'Alleanza Atlantica, siamo fermamente contrari a qualsiasi azione unilaterale. La via maestra è quella di Pratica di Mare», ha aggiunto Salvini.

Prima della salita al Colle del centrodestra, la capogruppo di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini ha affermato che un accordo per il governo si può fare solo se il Movimento 5 Stelle riconosce Silvio Berlusconi. Serve una dichiarazione formale - ha aggiunto - altrimenti nessun dialogo. «È talmente ignobile il contenuto dell'ultima invettiva di Alessandro Di Battista nei confronti di Silvio Berlusconi che meriterebbe solo il disprezzo dell'indifferenza. Immerso nella sua palude dell'odio dove sguazza senza vergogna, l'ex deputato grillino sparge schizzi di fango a beneficio di chi vive e si nutre di rancore. Proviamo una pena infinita per il livello infimo toccato da Di Battista», hanno poi scritto Gelmini e la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini replicando al grillino Di Battista, secondo il quale il leader diForza Italia è il male assoluto. Di Battista, sostengono i capigruppo Fi, «con il suo turpiloquio non offende solo il presidente Berlusconi ma l'intera comunità degli elettori che ancora un mese fa hanno attribuito cinque milioni di voti a Forza Italia». «In un momento - affermano - nel quale la politica è chiamata a essere responsabile e rispettosa, sarebbe auspicabile che dai dirigenti del Movimento 5Stelle arrivassero parole chiare e definitive di condanna rispetto alle indecenti dichiarazioni di Di Battista. Sia chiaro a tutte le forze politiche: è irresponsabile l'odio nel quale Di Battista pesca il suo livore - oggi contro Berlusconi e Forza Italia e domani chissà contro chi altri». Pronta la replica dal Movimento: «Ribadiamo: mai un governo con Berlusconi e Fi. Forza Italia potrebbe risolvere l'impasse facendosi di lato e consentendo così un governo M5S-Lega». Parola dei capigruppo del M5S al Senato e alla Camera Danilo Toninelli e Giulia Grillo.

Al termine dell'incontro, la delegazione del Partito democratico ha ribadito l'impegno a «lavorare su alcune questioni prioritarie, fondamentali per il Paese, lo abbiamo ribadito oggi con grande convinzione: questa è la funzione fondamentale del nostro partito in un momento particolare come questo a maggior ragione». A dirlo il reggente Maurizio Martina, citando il sociale, il lavoro, il rilancio europeo. Anche alla luce di quanto avviene in Siria, «occorre che le forze che hanno prevalso la smettano col tira e molla, le tattiche, i tatticismi, i personalismi estremi e la grande incertezza che stanno generando» dicendo se sono in grado di essere «all'altezza della situazione», ha aggiunto Martina. «Il Paese ha il bisogno di scelte chiare: chi ha prevalso ha il dovere di dire cosa vuol fare senza continuare con i balletti di polemiche pubbliche che nascondono solide intese di occupazione» di incarichi. «Inaccettabile il rinvio» per la formazione di un governo «per aspettare le regionali».

Pietro Grasso di Leu al termine del suo colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica ha invitato a superare «qualsiasi personalismo».
«La crisi in Siria rende necessaria un'accelerazione sulla soluzione della crisi, sul trovare intese e non attendere le elezioni regionali per poter stabilire i rapporti di forza all'interno all'interno delle coalizioni». «Speriamo che al più presto ci sia la responsabilità per trovare un' intesa di governo - ha continuato Grasso -. Al presidente Mattarella abbiamo ribadito la nostra posizione: bisogna uscire dai personalismi e cominciare a trattare i temi più urgenti del Paese: la tutela del lavoro e la lotta alla povertà, il welfare e i diritti civili. Quanto all'economia aspettiamo la presentazione del Def. Su questi punti siamo disponibili a ogni confronto e dialogo». «Riteniamo improrogabile un cambio di fase, un dialogo che esca dai tatticismi delle ultime settimane e espliciti, anche di fronte all'opinione pubblica, non solo l'elenco dei temi ma anche gli strumenti per affrontarli, in vista di ogni possibile intesa di governo», ha concluso Grasso.
Emma Bonino, durante il suo colloquio al Quirinale, ha ribadito al Capo dello Stato Mattarella, al quale conferma la sua «fiducia», i «punti essenziali» dai quali il prossimo governo non potrà prescindere: «La tenuta dei conti pubblici, pensando ai giovani e alle generazioni future cui non possono essere lasciati debiti da pagare; la questione europea con l'Italia che deve essere protagonista con Germania e Francia di una difficile discussione sul futuro e smettere di usare l'Europa come capro espiatorio di difficoltà interne».
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Qui di seguito il calendario:

Giovedì 12 aprile 2018

ORE 10.00 Gruppo "Per le Autonomie (SVP-PATT, UV)" del Senato della Repubblica
ORE 10.30 Gruppo Misto del Senato della Repubblica
ORE 11.00 Gruppo Misto della Camera dei deputati
ORE 11.30 Gruppo "Liberi e Uguali" della Camera dei deputati

ORE 16.30 Gruppi "Partito Democratico" del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati
ORE 17.30 Gruppi "Lega-Salvini Premier", "Forza Italia-Berlusconi Presidente" e "Fratelli d'Italia", del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati
ORE 18.30 Gruppi "MoVimento 5 Stelle" del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati

Venerdì 13 aprile 2018

ORE 10.30 Presidente Emerito della Repubblica: Sen. Dott. Giorgio Napolitano
ORE 11.15 Presidente della Camera dei Deputati: On. Roberto Fico
ORE 12.00 Presidente del Senato della Repubblica: Sen. Maria Elisabetta Alberti Casellati
13-04-2018


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