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Putin invoca l'Onu. Gentiloni: «No escalation»

Un numero «considerevole» dei missili lanciati stanotte da Usa, Gb e Francia è stato «intercettato e abbattuto» dai sistemi di «difesa siriani» dicono da Mosca

Mosca e Teheran preparano le "conseguenze" dopo l'attacco alla Siria lanciato durante la notte. La Russia condanna fortemente l'attacco in Siria. A dichiararlo è direttamente il presidente Vladimir Putin. Gentiloni: «No escalation».

Il presidente russo, come annunciato da lui stesso, ha intenzione di chiedere una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu per discutere l'attacco della coalizione occidentale in Siria. Intanto il ministero della Difesa russa ha riferito che nell'attacco alla Siria «oltre 100 missili da crociera e missili aria-terra sono stati lanciati contro obiettivi militari e civili in Siria da navi statunitensi, britanniche e francesi». Un numero «considerevole» dei missili lanciati stanotte da Usa, Gb e Francia è stato «intercettato e abbattuto» dai sistemi di «difesa siriani» ha poi aggiunto, confermando le dichiarazioni proveniente da Damasco. Già in precedenza, l'ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov, dopo i raid condotti dagli americani insieme a britannici e francesi contro obiettivi del regime aveva dichiarato che l'azione degli Stati Uniti e dei loro alleati in Siria «non resterà senza conseguenze». «Tutta la responsabilità sta a Washington, Londra e Parigi - ha scritto in una nota -. Gli Stati Uniti, Paese che ha il più grande arsenale di armi chimiche, non ha il diritto morale di accusare altri Paesi».

«L'azione circoscritta, mirata a colpire» le armi chimiche, «non può e non deve essere l'inizio di un'escalation. Questo è quanto l'Italia ha ribadito nei giorni scorsi e continuerà a ribadire». Così in mattinata il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in una dichiarazione sulla Siria a Palazzo Chigi. «L'Italia non ha partecipato» all'attacco e «il supporto logistico che forniamo agli Stati Uniti, in questo caso particolare abbiamo insistito e chiarito che non poteva in alcun modo tradursi nel fatto che dal territorio italiano partissero azioni direttamente mirate a colpire la Siria», aggiunge il presidente del Consiglio, sottolineando che l'azione di questa notte è stata una risposta «motivata all'uso di armi chimiche». «Non è il momento dell'escalation, è il momento di mettere al bando le armi chimiche, della diplomazia e del lavoro per dare stabilità e pluralismo alla Siria dopo sette anni di un conflitto tormentato e terribile», sottolinea ancora il premier.
14-04-2018

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