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Di Maio: io e Salvini pronti a stare fuori

Il «governo del cambiamento» M5S-Lega potrebbe non essere più guidato da uno dei due e terminare guidato dall’altro. «Vogliamo un contratto e non un’alleanza»

A questo punto, viste le difficoltà, ci sarebbe una sola ipotesi per superare lo stallo: una staffetta a Palazzo Chigi. L’idea dei leader di Movimento 5 Stelle e Lega è quella di avvicendarsi dunque alla guida del «governo del cambiamento»: partire con uno dei due leader e terminare l’altro.

Ad avere la precedenza sarebbero i grillini, ma la Lega otterrebbe ministeri-chiave e il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Resta però un punto centrale per 5Stelle: «Vogliamo un contratto e non un’alleanza, perché degli altri non ci fidiamo». Nel pomeriggio la notizia che, invece, i due sono pronti al passo di lato da Palazzo Chigi se serve per fare il governo e mettere nero su bianco un programma di cambiamento Lega-M5S. E lo dicono, a distanza, entrambi i leader. Salvini, però, chiede un leghista al Viminale per garantire i rimpatri dei migranti e si lancia in un'offensiva sull'Europa: «Meglio barbari che servi. Vediamo se oggi chiudiamo, poi passeremo ai nomi».
«Abbiamo fatto bei passi avanti», ha affermato ancora il leader della Lega in diretta su Facebook, aggiungendo: «Entro oggi ci riaggiorniamo e vediamo se riusciamo a chiudere. Poi passeremo ai nomi. Se avessi la certezza che anche da premier potrei fare cose utili per il paese mi metto in gioco e se serve faccio un passo di lato: io voglio cambiare questo Paese. Più ci minacciano, più ho voglia di partire con questa sfida». «Sono felice, si ragiona non sui nomi ma solo sul futuro dell'Italia e si ragiona con il M5s in maniera corretta e costruttiva e positiva», ha proseguito il leader del Carroccio, che riferendosi poi alla crescita dello spread ha detto: «I giochini della finanza non ci spaventano».

Di Maio intanto spiega: «Io mi auguro che si possa far parte del governo per mettersi alla prova in prima persona, ma se serve per farlo partire io e Salvini siamo pronti a stare fuori. Posso capire che l'accordo» per un governo di cambiamento «spaventi un certo establishment europeo. Con l'Europa ci sarà massimo dialogo ma non saremo subalterni a qualche eurocrate», ha detto ancora il capo politico del M5S, spiegando che grazie al dialogo con la Lega «abbiamo messo a punto nuove procedure per il dialogo con la Ue sia per la delegazione tecnica da portare» a Bruxelles a supporto della delegazione politica. «Con l'Europa ci sarà sempre massimo dialogo», ma «non saremo mai subalterni a qualche eurocrate», ha poi puntualizzato Di Maio. Alla domanda se è possibile un tecnico al ministero dell'Economia, il numero uno dei grillini afferma: «Io nei tecnici non credo, si va avanti con soluzioni politiche, che sono ancora più entusiasmanti», ha risposto ribadendo che anche per il premier «noi stiamo cercando una soluzione che possa rispecchiare il mandato politico del contratto, cerchiamo una soluzione che sia politica e questo lo sanno anche i leghisti, ce lo siamo sempre detto. Si va avanti sempre con soluzioni politiche».
16-05-2018

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