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Berlusconi, la procura generale non si oppone alla riabilitazione
I magistrati hanno restituito alla Sorveglianza il fascicolo. Dopo aver esaminato la documentazione, hanno concluso che non c'è lo spazio per impugnare il provvedimento
La Procura generale, guidata da Roberto Alfonso, ha deciso di non apporsi alla decisione con cui il tribunale di Sorveglianza di Milano ha concesso la riabilitazione a Silvio Berlusconi. A questo punto non c'è alcun ostacolo per una eventuale candidatura del leader di Forza Italia.
In mattinata i magistrati della Procura generale hanno restituito alla Sorvegllianza il fascicolo a carico dell'ex premier, e dopo aver esaminato la documentazione, hanno concluso che non c'è lo spazio per impugnare il provvedimento in quanto non presenti vizi di legittimità sul punto della buona condotta, mentre sui carichi pendenti è stata recepita la giurisprudenza consolidata secondo la quale una sentenza di condanna non esclude di per sé la riabilitazione. Con la riabilitazione, che «estingue le pene accessorie e ogni altro tipo di effetto penale della condanna», decadono com'è noto anche le conseguenze della legge Severino, che all'articolo 15 sancisce l'incandidabilità al Parlamento per i sei anni successivi a una condanna definitiva. Contro questo divieto l'ex premier ha fatto anche ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo a Strasburgo, dove la sentenza è attesa non prima del prossimo autunno. |
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16-05-2018
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