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Governo, ora si tratta a oltranza sul premier
Chiuso il tavolo tecnico M5S-Lega sul programma del nuovo governo, manca il tassello più importante. Mattarella: «Attendo il testo definitivo del contratto»
A questo punto, manca solo il nome del presidente del Consiglio. Chiuso il tavolo tecnico M5S-Lega sul programma del nuovo governo, infatti, resta la trattativa «ad oltranza» tra i due partiti fino a che non uscirà il nome del candidato premier. È quanto trapela da fonti del M5S.
«Il lavoro sul contratto è finito» e l'ultima parola spetta a Luigi Di Maio e Matteo Salvini. «La trattativa potrebbe andare avanti a oltranza finché non si trova il nome» viene riferito. Sul fronte del programma, invece, non ci sarebbe più la previsione dell'opzione di uscita dall'euro, mentre rimane soltanto un riferimento alla possibilità di revisione di alcuni trattati. Questi alcuni punti fermi delle oltre 40 pagine di documento con una serie di punti, moltissimi, che non erano inizialmente previsti e che sono entrati in occasione della fitta trattativa tra M5s e Lega. Tra questi anche un capitolo sui vaccini. Tutti i punti del contratto sarebbero formalmente chiusi e sarebbero solo 6 i punti che devono essere visionati dai leader Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
«Il tavolo ha concluso il suo lavoro adesso il risultato di questo lavoro verrà sottoposto all'attenzione di Luigi Di Maio e Matteo Salvini affinché possano confrontarsi su alcuni punti che ancora vanno risolti», ha detto Alfonso Bonafede parlando con i cronisti al termine dei lavori, sottolineando che «siamo orgogliosi e soddisfatti perché in 6 giorni abbiamo fatto un lavoro enorme su un contratto di governo molto ambizioso». I punti di convergenza, ha aggiunto «sono stati tanti e il risultato è enormemente positivo».
Intanto si apprende che le delegazioni di Lega e M5s, nel corso delle consultazioni di lunedì scorso, hanno voluto lasciare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella la bozza dell'accordo di programma nello stato in cui si trovava in quel momento. Ma il Presidente avrebbe preferito non prendere in consderazione bozze ma solo testi definiti, frutto delle responsabilità dei partiti che concludono accordi di governo. |
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17-05-2018
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