Alitalia-Etihad, indagine per bancarotta fraudolenta
Blitz della Guardia di finanza: quaranta militari del Nucleo tributario hanno acquisito tutti i documenti presenti in sede dal 2014 al 2017 e portato via anche i server
 Svolta nelle indagini sulla gestione Etihad di Alitalia: la procura di Civitavecchia ha deciso di aprire un’inchiesta per bancarotta fraudolenta, ipotizzando la responsabilità degli amministratori designati dalla compagnia emiratina nel buco dei conti, superiore a 400 milioni di euro.
Martedì mattina, la Guardia di Finanza ha acquisito documenti ed esaminato computer nella sede di Alitalia: quaranta militari del Nucleo tributario hanno acquisito tutti i documenti presenti in sede dal 2014 al 2017 e portato via anche i server che tengono memoria dei log nei computer aziendali, in modo da capire esattamente chi ha fatto cosa e quando. Sotto osservazione c'è il periodo che va dall'acquisizione del 49% della compagnia da parte del vettore internazionale Etihad (formalizzata il 1° gennaio 2015) all'ammissione della nuova crisi finanziaria in atto certificata (2 maggio 2017), quando di fatto i soci approvano l'avvio dell'amministrazione straordinaria dell'azienda e, dunque, il commissariamento.
I finanzieri del comando provinciale di Roma hanno cominciato gli accertamenti su Alitalia più di anno fa, ricostruendo una serie di operazioni condotte dai manager voluti da Etihad. Tra le tante attività sotto esame, due le operazioni su cui si concentra l’attenzione delle Fiamme Gialle: la cessione di alcuni slot particolarmente pregiati passati dalla compagnia di bandiera ad Etihad e tutta la partita dei punti millemiglia accumulati dalla compagnia.
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