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«Nessuna accusa a ministero Economia ma troveremo "manina"»

Il ministro del Lavoro Lavoro e Sviluppo economico Luigi Di Maio aggiusta il tiro: «Mai accusato Mef o Ragioneria». Forza Italia attacca: «5 Stelle incapaci»

«Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio non ha mai accusato né il ministero dell'Economia e delle Finanze né la Ragioneria Generale dello Stato di alcun intervento nella predisposizione della relazione tecnica al dl dignità» così si legge nella nota congiunta col ministro Tria.

Dopo la bagarre, Di Maio aggiusta dunque il tiro. «Certamente, però, bisogna capire da dove provenga quella "manina" che, si ribadisce, non va ricercata nell'ambito del Mef - si legge ancora nel comunicato -. E in merito alla relazione tecnica che accompagna il Dl Dignità, il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ritiene che le stime di fonte Inps sugli effetti delle disposizioni relative ai contratti di lavoro contenute nel decreto siano prive di basi scientifiche e in quanto tali discutibili». Come accennato, il caso è esploso sabato. Di Maio ha evocato il complotto delle lobby parlando del decreto dignità. «Nella relazione» al decreto dignità «c'è scritto che farà perdere 8mila posti di lavoro in un anno. Quel numero, che per me non ha alcuna validità, è apparso la notte prima che il dl venisse inviato al Quirinale. Non è un numero messo dai miei ministeri o altri ministri».

La verità è che «questo decreto dignità ha contro lobby di tutti i tipi», ha denunciato il vicepremier in un video su Facebook commentando l'ipotesi di una contrazione dei posti di lavoro con il dl dignità. «Sono veramente sbalordito. La prossima volta metterò sotto scorta il decreto legge quando lo mando in giro, però non ho capito perché abbia reagito il Mef: non l'ho nominato. Sto solo dicendo che non è la parte politica ad aver inserito nella relazione tecnica quei numeri e deve essere chiaro che questo non è un decreto per far perdere posti di lavoro». Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio rispondendo a una domanda dei giornalisti sul Decreto dignità, a Matera dove ha visitato un Antenna 5G. «È stato chiaramente un colpo basso: ci hanno voluto dare il "benvenuto" come Governo e ci dovremo aspettare molto di più», ha aggiunto durante un comizio in Basilicata.

Arrivava però la smentita dell'ex ministro Pier Carlo Padoan. «Non ho sentito quanto affermano dal M5s ma se insinuano che qualcuno della mia ex squadra si sia comportato scorrettamente, magari perché sobillato, lo respingo sdegnosamente: sarebbero accuse di gravità incredibile - spiega -. Il dl dignità e la relazione tecnica sono predisposti dal ministero del Lavoro: mi auguro abbiano fatto un lavoro corretto perché sarà alla base delle decisioni del Parlamento». Quanto allo spoil system, «è nelle prerogative di ciascun ministro». Intanto si parlava già di «fare pulizia» nella Ragioneria dello Stato e al ministero dell'Economia. L'intento veniva annunciato da fonti qualificate M5s. La tabella «spuntata di notte» sugli 8000 posti in meno viene ritenuta un episodio «gravissimo»: il sospetto è che ci siano responsabilità di uomini vicini alla squadra dell'ex ministro Pd Padoan. E l'idea è uno spoil system per «togliere dai posti chiave chi mira a ledere l'operato di governo e M5s. Abbiamo bisogno di persone di fiducia, non di vipere», dicono.

Da Forza Italia arriva l'attacco della capogruppo azzurra alla Camera Maria Stella Gelmini che su Twitter scrive:
«È lampante: il Movimento cinque stelle è incapace di governare. Il primo provvedimento, il decreto dignità, è pieno di errori e la sua relazione tecnica smaschera gli effetti recessivi che avrà sulla nostra economia. Luigi Di Maio grida al complotto ma dovrebbe fare mea culpa. La Lega si svegli».
15-07-2018

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