Manovra del popolo: Borsa ko, spread in orbita
Come ampiamente previsto, il DEF non piace ai mercati. Il listino milanese ha aperto con cali superiori al resto dell'Europa. Il BTP decennale schizza al 3,10%
La "manovra del popolo" non piace ai mercati. Pessimo avvio infatti per Piazza Affar nell'indomani del via libera al DEF da parte di Lega e Movimento 5 Stelle. Il listino milanese ha aperto con cali decisamente superiori al resto dell'Europa.
A pagare la decisione del nostro governo di fissare un rapporto deficit/PIL del 2,4% nei prossimi tre anni è dunque il listino milanese. -2,6% in avvio di contrattazioni. I più forti ribassi si verificano sulle banche, con ribassi tra il 4 e il 6%. Male anche lo spread, che vola di 26 punti base raggiungendo quota 261, mentre il rendimento del BTP decennale schizza al 3,10%.
Immediata la reazione del commissario europeo Pierre Moscovici, responsabile Ue agli Affari economici in un’intervista a Bfm Tv e Rmc Info: «Non abbiamo alcun interesse ad aprire una crisi tra l’Italia e la Commissione, ma non abbiamo neanche interesse a che l’Italia non riduca il suo debito pubblico, che rimane esplosivo. Rilanciare quando c’è un debito molto alto, finisce per ritorcersi contro chi lo fa». «Se gli italiani continuano a indebitarsi - afferma ancora Moscovici - cosa succede? Succede che a un certo momento il tasso di interesse aumenta, il servizio del debito diventa più esigente, e quindi ogni euro viene destinato al rimborso del debito». Poi l'affondo: «Bisogna che gli italiani non si sbaglino destinando un euro in meno per le autostrade, un euro in meno per l’istruzione, un euro in meno per la giustizia sociale. Quando si è indebitati si è incatenati e non si può agire. Non c’è più margine per i servizi pubblici».
Nel pomeriggio i numeri peggiorano: Piazza Affari va in caduta libera con il Ftse Mib che arriva a perdere il 4,64% a 20.516 punti. Mentre lo spread tra btp e bund sfiora i 280 punti con il rendimento del decennale al 3,22%. Sempre sotto pressione i bancari con Banco Bpm e Bper che arrivano a lasciare sul terreno anche oltre il 10% (Ubi e Unicredit cedono oltre il 9%).
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