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Gazzetta Ufficiale
Manovra, nuove critiche da FMI e Juncker

Il Fondo Monetario Internazionale segnala: «Va in direzione opposta a nostri suggerimenti». Intervento anche del presidente Bce Draghi: «Rispettare patto di stabilità»

La Manovra dell'Italia sta andando in direzione opposta rispetto a quanto suggerito dal Fondo Monetario Internazionale. Queste le nuove critiche alla manovra che, stavolta, arrivano dal capo del dipartimento europeo del Fondo Monetario Internazionale, Poul Thomsen, intervenuto in giornata in occasione del meeting annuale del Fmi e dalla Banca Mondiale a Washington.

Thomsen ha quindi spiegato: «Credo seriamente che per diverso tempo non sia stato seguito il consolidamento di bilancio che ha portato l'Italia a crescere sotto il suo potenziale». Per questo, ha poi aggiunto, «non è il momento di allentare le politiche di bilancio per le quali un gruppo di Paesi, tra cui l'Italia, ha margini limitati». Ma in giornata anche il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, riferendosi alla manovra italiana in un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano Le Monde, è tornata a puntare i dito: «L'Italia non rispetta la parola data. Esamineremo il progetto italiano di budget 2019 tra il 15 ottobre e fine novembre, senza ira e senza parzialità». E aggiunge: «Il nostro mandato non è rovesciare un Governo o creare problemi con dei comportamenti inappropriati o delle dichiarazioni eccessivi». Tra l'Italia e il Francia «ci sono più di qualche sfumatura tra il caso italiano e quello che viene chiamato "il precedente francese" - il deficit francese è rimasto al di sopra della soglia del 3% durante nove anni. Il livello del debito italiano è molto più elevato da quello francese, anche se resta troppo importante», rileva Juncker.

Intanto, per avere benefici dalle misure monetarie della Bce, «le politiche di altri settori devono contribuire con più forza ad alzare la potenziale crescita sul lungo e ridurre le vulnerabilità». Così il presidente della Bce Mario Draghi a proposito della necessità delle riforme strutturali e dell'espansione in corso che, dice, «richiede la ricostruzione di "cuscinetti" fiscali», particolarmente «importante nei Paesi in cui il debito pubblico è elevato e per i quali la piena adesione al Patto di stabilità e crescita è fondamentale per salvaguardare sane posizioni di bilancio». L'attuazione trasparente e coerente del quadro di governance fiscale ed economica dell'UE, nel tempo e tra i vari paesi, «rimane essenziale», ha osservato Draghi, intervenendo a Bali, dove sono in corso i meeting annuali di Fmi/Banca mondiale. Inoltre, l'Unione economica e monetaria (Uem) «deve essere rafforzata, in primo luogo implementando ciò che è già stato fatto: completare l'unione bancaria, rafforzare la capacità operativa e il ruolo del Meccanismo di stabilità europea e approfondire l'unione dei mercati dei capitali».
12-10-2018

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