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Minniti rinuncia: non correrà per la segreteria
L'ex ministro degli Interni si ritira dalla corsa delle primarie del Pd: non è più candidato dell'area riformista e dei renziani che vorrebbero rimanere nel partito
Marco Minniti si ritira dalla corsa delle primarie del Pd, non è più candidato dell'area riformista e dei renziani che vorrebbero rimanere nel partito. La strada a questo punto resta libera per Nicola Zingaretti e Maurizio Martina, pronti alla sfida a due per la poltrona più alta del Nazareno.
Il passo indietro arriva nella speranza di «salvare il partito - spiega lo stesso Minniti a Repubblica -. Quando ho dato la mia disponibilità alla candidatura, la mia scelta posava su due obiettivi: unire il più possibile il nostro partito e rafforzarlo per costruire un'alternativa al governo nazionalpopulista». L'ex ministro ha quindi auspicato che dalle primarie esca "una leadership forte». «Quando ho dato la mia disponibilità alla candidatura sulla base dell'appello di tanti sindaci e di molti militanti che mi hanno incoraggiato e che io ringrazio moltissimo - si legge ancora nell'intervista a Repubblica -, quella scelta poggiava su due obiettivi: unire il più possibile il nostro partito e rafforzarlo per costruire un'alternativa al governo nazionalpopulista».
Continua quindi Minniti: «Si è semplicemente appalesato il rischio che nessuno dei candidati raggiunga il 51%. E allora arrivare così al congresso dopo uno anno dalla sconfitta del 4 marzo, dopo alcune probabili elezioni regionali e poco prima delle Europee, sarebbe un disastro. Io lo faccio solo per il Pd. So che c'è il rischio di deludere chi ha deciso di concedermi un affidamento. Ma ci sono momenti in cui bisogna assumersi delle responsabilità personali. Per troppo tempo il partito si è adagiato su uno specchio deformato in cui ci si chiedeva "che faccio io?". Un eccesso di personalizzazione. Ma il destino di un partito non può essere legato alle singole persone». |
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06-12-2018
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