Draghi: «L’euro fondamentale per la stabilità»
Il presidente della Bce agli studenti della Scuola superiore di Sant’Anna di Pisa, dove ha ricevuto un PhD honoris causa: «Orgoglioso di essere italiano»
«Mi sento più orgoglioso di essere italiano». A dirlo in mattinata è Mario Draghi, presidente della Bce, paralando alla platea degli studenti al conferimento di un PhD in Economics honoris causa da parte della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico.
Draghi si riferiva all’intervento («parole molto belle») di un rappresentante degli studenti, sulle sfide e le difficoltà e il senso di smarrimento nella crisi. «Quello che posso dire è di avere coraggio, perché senza il coraggio non si va da nessuna parte» ha detto, spiegando anche che «le regole che hanno accompagnato la globalizzazione non sono state sufficienti a impedirne la distorsione».
«L’unione monetaria è stata un successo sotto molti punti di vista, allo stesso modo dobbiamo riconoscere che non in tutti i Paesi sono stati ottenuti i risultati che ci si attendeva. In parte per le politiche nazionali seguite, in parte per l’incompletezza dell’unione monetaria che non ha consentito un’adeguata azione di stabilizzazione ciclica durante la crisi - aggiunge il numero uno dell'Eurotower -. Occorre ora disegnare i cambiamenti necessari dell’unione monetaria e realizzarli il prima possibile- aggiunge-, spiegandone l’importanza a tutti i cittadini europei».
Sul futuro Draghi è lapidario: «Tra il 1990 e il 1999, l’Italia registrava il più basso tasso di crescita accumulato tra i Paesi che poi hanno aderito all’euro. Lo stesso dal ‘99 al 2008. Dal 2008 al 2017 il tasso di crescita è stato superiore solo a quello della Grecia. La crescita degli anni ‘80 fu dovuta al debito lasciato sulle spalle delle nuove generazioni», ha detto Draghi. |