Rinviati contratti Tav, ma lunedì via ai bandi
Tra il governo e Telt (Tunnel Euralpin Lyon Turin), l'azienda di proprietà al 50% dello Stato francese e al 50% delle Ferrovie italiane, è in corso interlocuzione
Arriva il via libera da parte di Palazzo Chigi ai bandi Telt per la Tav. Anzi no. C'è infatti la smentita del governo sulle indiscrezioni e l'annuncio che gli stessi bandi «partiranno lunedì» ma c'è il "trucco".
Tra Palazzo Chigi e Telt (Tunnel Euralpin Lyon Turin), l'azienda di proprietà al 50% dello Stato francese e al 50% delle Ferrovie italiane che si occupa della realizzazioni della linea Torino-Lione, si apprende poi, è in corso una interlocuzione, il cui obiettivo è quello di rispettare le indicazioni dei governi in vista del consiglio d'amministrazione di lunedì. Non è bastata dunque la clausola di dissolvenza che avrebbe permesso di bloccarli in futuro - come prevista una lettera spedita da Telt al ministro dei Trasporti Toninelli a dicembre - a convincere per ora Palazzo Chigi al via. La lettera a Telt stoppa quindi l'approvazione di avvisi per la costruzione del tunnel di base della Tav. Ma arriva la svolta nel pomeriggio.
In sintesi, il premier Giuseppe Conte scrive una lettera a Telt, invitandola ad «asternersi da qualsiasi ulteriore attività» che possa «produrre ulteriori vincoli giuridici ed economici» per l'Italia riguardo ai bandi di gara. «Ridiscuteremo l'opera con la Francia e con la commissione Ue», assicura Conte, ma ovviamente non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati». Telt scrive prontamente in risposta a Conte una lettera annunciando che lunedì partiranno gli inviti per i lotti in Francia. «In assenza di atti giuridicamente rilevanti che comportino istruzioni di segno contrario - si legge nella lettera - abbiamo previsto che il Cda fissato per l'11 marzo 2019 autorizzi la direzione a pubblicare gli 'avis de marchés' (alla lettera gli "inviti a presentare candidatura" secondo la terminologia giuridica francese, che altro non sono che i bandi, ndr) relativamente agli interventi dei lotti francesi del tunnel di base, in modo da rispettare il termine del 31 marzo» per avere il finanziamento Ue per il 2019.
Scrive il premier Conte su facebook: «Oggi è stata una mattinata di intenso lavoro che ha prodotto i suoi frutti. Ho inviato una lettera alla Telt, società incaricata della realizzazione della Torino - Lione, invitandola ad astenersi, con effetti immediati, da qualsiasi ulteriore attività che possa produrre ulteriori vincoli giuridici ed economici per lo Stato italiano con riguardo ai bandi di gara. Ho chiarito che questo Governo e le forze politiche che lo sostengono si sono impegnati a “ridiscutere integralmente” questo progetto e che abbiamo intenzione di interloquire con la Francia e con l’Unione europea alla luce delle più recenti analisi costi-benefici da noi acquisite. Ovviamente non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati. La società Telt mi ha appena risposto confermandomi che i capitolati di gara non partiranno senza l’avallo del mio Governo e del Governo francese e che, al momento, si limiteranno esclusivamente a svolgere mere attività preliminari, senza alcun impegno per il nostro Stato. Abbiamo promesso di tutelare esclusivamente gli interessi degli italiani. Lavoriamo in piena trasparenza perché non ci lasciamo condizionare dalle pressioni opache di gruppi di potere o comitati di affari. Fino a quando questo Governo sarà in carica, per quanto mi riguarda, sarà così. Sempre».
Intanto i 5 stelle ribadiscono il no alla Tav, anche se il vice premier Luigi Di Maio si mostra ottimista. «Sulla Tav la situazione si sta risolvendo positivamente. Quindi ora parliamo di altro e andiamo avanti», ha scritto Di Maio su Facebook. Per il presidente della Camera, Roberto Fico, si trattad di una «battaglia identitaria del Movimento». «Nel 2005 la prima riunione non del movimento perché non esisteva, ma dei meetup che nascevano fu fatta a Torino perché quel giorno c'era la grande manifestazione per dire no alla Tav - racconta Fico - eravamo un centinaio di persone, oggi alcuni non ci sono, c'era anche Beppe Grillo, finì la riunione e andammo tutti alla manifestazione No Tav».
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