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Gazzetta Ufficiale
Raggi resta indagata per lo stadio dopo una denuncia

Accuse da un ex grillino. Il gip chiede alla Procura indagini più approfondite: la sindaca avrebbe saltato un voto d'aula per favorire il costruttore Luca Parnasi

Arrivano altri guai per Virginia Raggi. Dopo gli audio con l’ex manager di Ama Lorenzo Bagnacani, stavolta il filone di cui preoccuparsi è quello relativo allo stadio di Tor di Valle. Il gip Costantino De Robbio ha respinto la richiesta di archiviazione nei confronti della sindaca, indagata per abuso ufficio, e prescritto alla Procura indagini maggiormente approfondite.

La vicenda riguarda la mancata approvazione in Consiglio comunale del verbale conclusivo della Conferenza dei servizi in merito al progetto stadio. E la prima cittadina resta, quindi, indagata per questioni direttamente collegate all’inchiesta che vede a processo per corruzione sia Luca Parnasi che i suoi collaboratori ma anche politici, consulenti e dirigenti capitolini. La denuncia era stata presentata dall’architetto Francesco Sanvitto del «Tavolo della libera urbanistica» assistito dall’avvocato Edoardo Mobrici, che si sono opposti all’archiviazione richiesta dalla Procura. L’associazione denunciava un’omissione nell’iter amministrativo, una «scorciatoia» che, a loro giudizio, avrebbe favorito il costruttore Luca Parnasi.

Tra le carte in procura anche il verbale della conferenza dei servizi che sarebbe dovuto passare, secondo Sanvitto, per l’assemblea capitolina che avrebbe dovuto discutere apertamente l’opportunità di una variante urbanistica. Invece, il 12 aprile 2018 viene pubblicato il progetto e successivamente depositato presso l’Albo Pretorio che completa l’ufficializzazione, senza però un dibattito approfondito sulla variante urbanistica suggerito dall’associazione dei denuncianti. Un comportamento che poteva configurare l’ipotesi, da valutare, di abuso d’ufficio. Da qui la decisione della procura di poter chiedere l’archiviazione.

Ma il gip non è d'accordo: «Occorre approfondire la sussistenza e le eventuali ragioni di una evidente violazione di legge che, laddove ravvisata, supererebbe le argomentazioni del magistrato inquirente in tema di dolo intenzionale e dall’altra parte far luce sul tema della mancata convocazione e acquisizione del parere sulla commissione urbanistica nell’iter per l’approvazione della delibera in questione, anche attraverso l’audizione del presidente della Commissione Urbanistica e del consigliere comunale indicati dall’opponente».
21-04-2019

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