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Agire
Siri: «Pronto a lasciare entro 15 giorni»

Il premier Conte lo scarica: «Noi dobbiamo essere credibili, responsabili, le dimissioni o si danno o non si danno, le dimissioni future non hanno molto senso»

«Noi dobbiamo essere credibili, responsabili, le dimissioni o si danno o non si danno, le dimissioni future non hanno molto senso». Lo afferma il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi, anticipando la volontà del governo di chiedere la revoca della nomina al sottosegretario Siri.

Arriva la svolta sul caso di Armando Siri, il sottosegretario indagato per corruzione: lui stesso chiede di essere sentito prestissimo dai pm di Roma, confidando di chiarire e che la sua posizione sia archiviata, altrimenti si dimette. Ma nel pomeriggio il premier Giuseppe Conte lo scarica.

«Sono innocente, ribadisco di avere sempre agito correttamente, nel rispetto della legge e delle Istituzioni, e di non avere nulla da nascondere. Proprio per questo, vivo questa situazione con senso di profonda amarezza. Confido che una volta sentito dai magistrati la mia posizione possa essere archiviata in tempi brevi. Qualora ciò non dovesse accadere, entro 15 giorni, sarò il primo a voler fare un passo indietro, non perché colpevole, bensì per profondo rispetto del ruolo che ricopro». Così Siri, indagato per corruzione di cui il M5S chiede le dimissioni da giorni, in una nota che ha anticipato la conferenza stampa convocata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte per discutere del caso. «Dal primo momento ho detto di voler essere immediatamente ascoltato dai magistrati per chiarire la mia posizione. La disponibilità dei magistrati ad essere ascoltato c’è e confido di poterlo fare a brevissimo», si legge nella nota di Siri. Al sottosegretario si contesta di aver «messo a disposizione le funzioni pubbliche per interessi privati». «Confido che una volta sentito dai magistrati la mia posizione possa essere archiviata in tempi brevi. Qualora ciò non dovesse accadere, entro 15 giorni, sarò il primo a voler fare un passo indietro, rimettendo il mio mandato, non perchè colpevole, bensì per profondo rispetto del ruolo che ricopro».

«Non mi ergo a giudice, Armando Siri è coinvolto in indagini preliminari. Evitiamo un processo mediatico sommario. Proporrò la revoca immediata. Le dimissioni o si danno o non si danno». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi e successiva alle parole di Siri. «La politica con la P maiuscola deve recuperare la capacità di discernere caso per caso. Con trasparenza e coerenza. Queste le premesse che mi hanno portato alla soluzione del caso Siri, che ho incontrato lunedì sera. Mi è sembrato doveroso confrontarmi con il diretto interessato. Io credo che la vicenda giudiziaria avrà un suo corso, quella politica ha altre connotazioni», ha detto il presidente del Consiglio, che dopo l’annuncio non ha risposto alle domande dei giornalisti.
02-05-2019

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