Usa, coprifuoco da Chicago a Los Angeles
La protesta per la morte di Gerorge Floyd incendia il Paese con un morto e 1400 arresti: coprifuoco in 25 città. Scontri davanti a Casa Bianca. Ombra suprematista
Nonostante l’arresto di Derek Chauvin, il poliziotto di 44 anni responsabile della morte di George Floyd (l'afroamericano soffocato con un ginocchio) roghi e devastazioni hanno sconvolto Minneapolis per la quarta notte consecutiva. Gli agenti in assetto antisommossa hanno fronteggiato per la prima volta a Minneapolis i manifestanti che sfidavano il coprifuoco, lanciando lacrimogeni e granate stordenti per tenerli lontani dalla caserma di polizia numero 5. Nei giorni scorsi i dimostranti avevano dato alle fiamme la caserma numero 3. Almeno 25 città in 16 Stati hanno imposto il coprifuoco. La Guardia Nazionale è stata inoltre attivata in circa una decina di stati e nel Distretto di Columbia.
La situazione pare fuori controllo ovunque, tanto che il presidente Donald Trump mobilita pure l’esercito. La California intanto dichiara lo Stato di emergenza per la contea di Los Angeles. Ad annunciarlo, riferiscono i media Usa, è il governatore della California Gavin Newsom. Il governatore ha anche autorizzato l'invio della Guardia Nazionale per aiutare a disperdere le proteste per la morte dell'afroamericano George Floyd a Minneapolis per mano della polizia.
Intanto si spara per le strade contro la folla di manifestanti che stava protestando per la morte di Floyd, come a Detroit, in Michigan: ucciso un ragazzo di 19 anni. Il ragazzo è morto in ospedale. Il giovane è stato raggiunto da dei colpi provenienti da un Suv. Lo riporta l'Associated Press. Gli spari erano indirizzati contro una folla di persone che stava manifestando per l'uccisione dell'afroamericano George Floyd, morto a Minneapolis durante le fasi dell'arresto. A Indianapolis una persona sarebbe stata uccisa mentre altre tre sarebbero rimaste ferite dopo uno scontro a fuoco durante le proteste. Lo ha annunciato, riferisce la Cnn, il capo della Polizia di Indianapolis, Randal Taylor durante una conferenza stampa. La polizia sta indagando.
Sabato la notizia che George Floyd non sia morto né per asfissia né per strangolamento. È quanto emerso dai risultati preliminari dell' autopsia condotta sul corpo dell'uomo. Secondo quanto si legge nel referto, «gli effetti combinati dell'essere bloccato dalla polizia, le sue preesistenti condizioni di salute (ipertensione arteriosa e problemi coronarici) e potenziali sostanze tossiche hanno contribuito alla sua morte». Nel corso dell'arresto, avvenuto lunedì sera, un agente gli aveva tenuto un ginocchio sul collo per nove minuti, durante i quali l'uomo aveva più volte ripetuto di «non riuscire a respirare», prima di morire. |