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Gazzetta Ufficiale
Def approvato all'unanimità in Consiglio dei ministri

Per carburanti e bollette scattano nuovi interventi (per 5 miliardi). Il premier Draghi: «Faremo di tutto per famiglie e imprese. Volete pace o condizionatori accesi?»

La crescita del Pil programmatico fissata al 3,1% (dal precedente 4,7%) e deficit confermato al 5,6%. Questi i punti fissi nella bozza del Def, stando alle prime anticipazioni prima della cabina di regia e del Consiglio dei ministri. Negli anni successivi si registrerà un progressivo rallentamento del ritmo di crescita: il Pil si attesterà al 2,4% nel 2023 all'1,8% nel 2024 e all'1,5% nel 2025, sempre secondo gli esperti del ministero delle Finanze.

Sono 19 i ddl collegati alla prossima manovra secondo quanto si legge nella bozza del Def. Tra questi anche un ddl di delega per "l'aggiornamento della fascia anagrafica di riferimento delle politiche giovanili nonché misure per la promozione dell'autonomia e dell'emancipazione dei giovani". Tra gli altri provvedimenti collegati ci sono la riforma del fisco, la concorrenza, le misure sull'attuazione dell'autonomia differenziata e il riordino del settore dei giochi. Nella bozza del Def ci sono anche altri "quattro ordini di interventi" a cui destinare 5 miliardi di euro: contenimento dei prezzi di carburanti ed energia, aumento dei fondi per "coprire l'incremento dei prezzi delle opere pubbliche"; aumento dei fonti "per le garanzie sul credito", altre misure "per assistere i profughi ucraini e per alleviare l'impatto economico del conflitto sulle aziende italiane".

Il ministro dell'Economia, Daniele Franco, ha parlato di un netto ridimensionamento delle aspettative di crescita spiegando che pesa l'incertezza, legata tra l'altro al conflitto in corso in Ucraina, spiegando poi che è prioritario approvare in tempi stretti il Def per procedere al più presto con il nuovo decreto di aiuti, cosa che non esclude che successivamente ci possano essere ulteriori interventi a sostegno dell'economia.

In serata, via libera in Cdm all'unanimità. «È chiaro che la guerra ha causato un peggioramento delle prospettive di crescita - ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa dopo l'ok -. In particolare su questo pesano l'aumento dei prezzi dell'energia e altri beni, ma anche la fiducia dei consumatori che è diminuita. Consumatori e imprese vedono oggi un futuro meno positivo. Faremo tutto ciò che è necessario per aiutare famiglie e imprese all'interno della cornice europea. La disponibilità del governo c'è ed è totale. Siamo molto consapevoli del disagio sociale, soprattutto per chi teme l'impatto dell'inflazione e siamo pronti e intervenire. L'abbiamo già fatto nel recente passato, sono stati stanziati 15,5 miliardi. Nelle prossime settimane comprenderemo meglio le dimensioni dell'intervento necessario e come finanziarlo».

Secondo Draghi, «una cosa fondamentale è il messaggio che il governo e in generale la maggioranza devono dare in termini di fiducia che promana dal governo, dal Parlamento e dalla maggioranza. Le circostanze hanno offuscato le prospettive ma anche la capacità di esprimere l'indirizzo di politica e di economia è una strada che ci deve portare a affemare la governabilità che si esprime con decisione e unità di intenti che è quello chevogliono vedere i cittadini: fra la riaffermazione dei vari partiti e l'unità di intenti sono sicuro che i cittadini scelgono la seconda». Parlando della situazione in Ucraina, il premier spiega: «L'embargo del gas non è ancora e non so se sarà mai sul tavolo ma quanto più diventa orrenda la guerra tanto più i paesi alleati in assenza di una diretta partecipazione alla guerra si chiedono cosa può fare questa coalzione per indebolire la Russia e farla smettere e permette a Kiev di sedersi al tavolo della pace», ma aggiunge come la «sitauzione sia in divenire» e come dunque l'embargo del gas non sia «un'ipotesi al momento oggetto di discussione per cui la situazione sta modificandosi. Preferiamo la pace o il condizionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre. Andiamo con l'Ue, se ci propone l'embargo sul gas, siamo contenti di seguire. Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pace. Ci chiediamo se prezzo del gas può essere scambiato con la pace».

Sul fronte interventi, saranno disponibili circa 9,5 miliardi di euro, senza la necessità di chiedere uno scostamento di bilancio. «Alla luce dell'abbassamento della previsione di indebitamento netto tendenziale al 5,1 per cento del pil, il Governo ha deciso di confermare l'obiettivo di rapporto tra deficit e pil del Dpb (5,6 per cento del pil) e di utilizzare il risultante margine di 0,5 punti percentuali di pil (circa 9,5 miliardi) per finanziare un nuovo provvedimento, da finalizzare nel mese di aprile». Via libera poi agli incentivi per l'acquisto di auto e moto elettriche, ibride e a bassa emissione. Il provvedimento, che entrerà in vigore soltanto il giorno successivo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, prevede 650 milioni l'anno per tre anni, fino al 2024. «Gli incentivi sono una risposta concreta e molto attesa a un settore che attraversa una profonda sofferenza. La misura pluriennale permette alle aziende di fare programmazione industriale verso lo sviluppo. Gli incentivi non sono risolutivi ma sono uno strumento emergenziale per attraversare un periodo difficile». Così il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. «La pandemia, la carenza di materie prime e la guerra mettono a dura prova anche questo settore. È necessario aprire una riflessione sulla doverosa transizione ecologica che deve essere sostenibile, possibile e non lasciare dietro di sé morti e feriti».
06-04-2022

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