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«Pensiamo alle persone che sono al buio e al freddo»

Nel messaggio che tradizionalmente rivolge ogni anno al mondo il giorno di Natale, Papa Francesco ricorda il conflitto voluto da Putin: «In Ucraina c'è una guerra insensata»

«Il nostro sguardo si riempia dei volti dei fratelli e delle sorelle ucraini, che vivono questo Natale al buio, al freddo o lontano dalle proprie case, a causa della distruzione causata da dieci mesi di guerra. Il Signore ci renda pronti a gesti concreti di solidarietà per aiutare quanti stanno soffrendo, e illumini le menti di chi ha il potere di far tacere le armi e porre fine subito a questa guerra insensata! Purtroppo, si preferisce ascoltare altre ragioni, dettate dalle logiche del mondo. Ma la voce del Bambino, chi l’ascolta?». Così Papa Francesco nel messaggio che tradizionalmente rivolge ogni anno al mondo il giorno di Natale

Il Santo Padre ha voluto ricordare così il conflitto voluto da Putin che dal 24 febbraio ha sconvolto l'Europa, chiedendo aiuti per gli ucraini che stanno vivendo al freddo e al buio in questo inverno. Nel messaggio natalizio Bergoglio denuncia però con forza la «grave carestia di pace anche in altre regioni del mondo» e indica l'avvio di una terza guerra mondiale. «Pensiamo alla Siria, ancora martoriata da un conflitto che è passato in secondo piano ma non è finito; e pensiamo alla Terra Santa, dove nei mesi scorsi sono aumentate le violenze e gli scontri, con morti e feriti. Imploriamo il Signore perché là, nella terra che lo ha visto nascere, riprendano il dialogo e la ricerca della fiducia reciproca tra Israeliani e Palestinesi (…) Il Libano, perché possa finalmente risollevarsi, con il sostegno della Comunità internazionale e con la forza della fratellanza e della solidarietà. La luce di Cristo illumini la regione del Sahel, dove la pacifica convivenza tra popoli e tradizioni è sconvolta da scontri e violenze. Orienti verso una tregua duratura nello Yemen e verso la riconciliazione nel Myanmar e in Iran, perché cessi ogni spargimento di sangue. Ispiri le autorità politiche e tutte le persone di buona volontà nel continente americano, ad adoperarsi per pacificare le tensioni politiche e sociali che interessano vari Paesi; penso in particolare alla popolazione haitiana che sta soffrendo da tanto».

Indicando la via di Betlemme che significa “casa del pane”, il Papa chiede di rafforzare i progetti di solidarietà per alleviare la fame di varie aree del mondo, nell'eterno paradosso di regioni ricche che sprecano “grandi quantità di alimenti” e poi in parallelo «spendono risorse per le armi. La guerra in Ucraina ha ulteriormente aggravato la situazione, lasciando intere popolazioni a rischio di carestia, specialmente in Afghanistan e nei Paesi del Corno d’Africa». «Ogni guerra – lo sappiamo – provoca fame e sfrutta il cibo stesso come arma, impedendone la distribuzione a popolazioni già sofferenti. In questo giorno, imparando dal Principe della pace, impegniamoci tutti, per primi quanti hanno responsabilità politiche, perché il cibo sia solo strumento di pace. Mentre gustiamo la gioia di ritrovarci con i nostri cari, pensiamo alle famiglie che sono più ferite dalla vita, e a quelle che, in questo tempo di crisi economica, fanno fatica a causa della disoccupazione e mancano del necessario per vivere» ha detto in una piazza san Pietro gremita di persone. Cari fratelli e sorelle, oggi come allora, Gesù, la luce vera, viene in un mondo malato di indifferenza, che non lo accoglie, anzi lo respinge, come accade a molti stranieri, o lo ignora, come troppo spesso facciamo noi con i poveri. Non dimentichiamoci oggi dei tanti profughi e rifugiati che bussano alle nostre porte in cerca di conforto, calore e cibo. Non dimentichiamoci degli emarginati, delle persone sole, degli orfani e degli anziani che rischiano di finire scartati, dei carcerati che guardiamo solo per i loro errori e non come esseri umani».
25-12-2022


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