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Cervelli in fuga o fuga di cervelli?

Debutto alla regia per Paolo Ruffini, nel fortunato remake dello spagnolo Fuga de Cerebros. In sala dal 21 novembre

 Emilio (Luca Peracino) è un ragazzo timido,
 impacciato, e diciamolo, anche parecchio
 sfortunato, innamorato fin da quando era
 bambino di Nadia (Olga Kent), con la quale
 non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi.
 E proprio quando finalmente prende l'ardua
 decisione, sarà, come sempre nella vita,
 troppo tardi. Difatti, avendo appena vinto
 una borsa di studio per l'Inghilterra, la ragazza è pronta a partire. Sostenuto dagli amici, una folle e quanto mai sconclusionata combriccola - degna delle migliori (o peggiori) barzellette – composta da: Alfredo (Paolo Ruffini), un ragazzo non vedente; Alonso (Andrea Pisani), sulla sedia a rotelle; Lebowski (Guglielmo Scilla), spacciatore per natura; e Franco (Frank Matano), l'idiota di turno, decollerà anche lui alla volta della prestigiosa Università di Oxford. Lì, complice tutto il gruppo, che ovviamente sprovvisto di una migliore ragione di vita lo segue, ne accadranno di ogni.
In perfetto stile demenziale, adatto più che mai ad un pubblico adolescenziale, il cui linguaggio è pedissequamente ricalcato, trae spunto – come racconta lo stesso Ruffini, qui in veste di sceneggiatore, interprete e regista – da film come American Pie, Una notte da leoni, quand'anche dalla spregiudicata e assai molto “rumorosa” serie animata South Park.
Il film è ispirato allo spagnolo Fuga de Cerebros, campione di incassi nel 2009 e vero e proprio caso cinematografico, e segna per l’appunto l’esordio alla regia di Paolo Ruffini. Da comico televisivo a spalla cinematografica, è lui stesso a raccontare la genesi di questo progetto: «In un primo momento ero stato contattato dalla Colorado Film soltanto per recitare nel remake della commedia spagnola Fuga di cervelli, di cui aveva acquistato i diritti il produttore Maurizio Totti, che nutrendo da sempre un vero innamoramento artistico nei miei confronti successivamente mi ha offerto anche la grande opportunità di debuttare nella regia. ».
E mentre si discute dell'emorragia di cervelli, quelli sì di ben altra levatura, che abbandonano il Paese in cerca di opportunità migliori, qui con un assai poco fantasioso, ma certamente ironico, gioco di parole, si allude a ben altra intelligenza, quella forse di far tesoro delle proprie esperienze, per poter profittare al meglio di qualunque opportunità la vita ci offra, sia essa futile, o meno.
Noemi Euticchio
07-11-2013

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